Al Teatro Nuovo di Napoli debutta Calderòn di Pier Paolo Pasolini per la regia di Francesco Saponaro, con Andrea Renzi, Maria Laila Fernandez, Clio Cipolletta, Francesco Maria Cordella, Luigi Bignone e Anna Bonaiuto (che interagisce in video); una produzione Teatri Uniti in collaborazione con Università della Calabria (repliche fino a dom. 28 Febbraio).
Pasolini iniziò a scrivere Calderòn in un periodo di riposo forzato, immobilizzato al letto da un’ulcera allo stomaco, e di disorientamento, rivolgendosi direttamente all’odiata borghesia – ovvero al pubblico che solitamente frequentava i teatri – con un piglio volutamente e orgogliosamente politico e polemico, riferendosi ad avvenimenti di stretta attualità in quegli anni. Idealmente ispirato a La vida es sueño di Pedro Calderón de la Barca, il dramma si ambienta in Spagna ai tempi del franchismo, in tre contesti sociali diversi, aristocratico, proletario, medioborghese. Amore, incesto, follia e rivoluzione vengono narrati attraverso le travagliate vicende di Rosaura, che si risveglia, dimentica di sé stessa, in differenti condizioni sociali, da cui, inesorabilmente, è impossibile evadere. “Lavorare sul Calderón – spiega Saponaro – è una sfida, innanzitutto per la complessità del testo di Pasolini, il primo scritto per il teatro. Un dramma pervaso dal rapporto feroce tra individuo e potere, dal dubbio e dallo smarrimento, in una costante alternanza fra realtà e allucinazione”.
I diversi registri culturali, antropologici e linguistici del testo vengono messi in risalto dall’efficace e originale regia di Francesco Saponaro, che allestisce uno spettacolo convincente e appassionante. Il cast di attori è pienamente all’altezza dell’impresa. Da ricordare in particolar modo la bravissima protagonista Maria Laila Fernandez (Rosaura), Andrea Renzi (Basilio e Sigismondo) e il giovane Luigi Bignone (Pablo e Enrique). Ottimo l’allestimento scenico curato da Lino Fiorito.