Inaugurata la stagione 2024/25 del Teatro Nuovo di Napoli con Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo, con Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel, Domenico Pinelli; regia di Domenico Pinelli; una produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo (repliche fino a dom. 10 novembre).
In occasione dei 40 anni dalla morte del Maestro, Pinelli, Autore e Ferraioli Ravel, gli stessi che hanno interpretato i fratelli De Filippo nel film di Rubini del 2021, omaggiano il grande attore-drammaturgo con una delle sue commedie più divertenti. Eduardo scrive Ditegli Sempre di Sì (titolo originale “Chill’è pazzo!”) nel 1927 per la compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Solo nel 1932 il drammaturgo, in occasione della nuova messa in scena affiancato dai fratelli, decide di modificare il testo riducendo il numero dei personaggi e rivedendo l’intreccio della storia. La pazzia che assume il ruolo centrale in questa vicenda costituisce uno dei topoi più efficaci della letteratura, come del teatro in funzione anche, e soprattutto, di espediente sia comico che tragico. Lo stesso autore, nel prologo della versione televisiva registrata nel 1962, esordisce così: «Eccomi a voi. Non c’è filosofia nella farsa che recito stasera, ma un personaggio della vita vera, un tal dei tali affetto da follia. Allora è un dramma, mi direte voi, io vi rispondo “è una tragedia nera, ma non è nostra”. E la tragedia vera diventa farsa se non tocca a noi. Divertitevi dunque, riflettendo che ognuno può trovarselo davanti un vero matto, e accade a tutti quanti di commuoversi e ridere piangendo». Commenta Pinelli: «È chiaro, qui, il riferimento a quell’aspetto della realtà codificato dal suo maestro, Pirandello: L’umorismo. Da questo punto parte l’idea di messa in scena: l’obiettivo è andare oltre. Trasformare questa “farsa” in vero e proprio “dramma”. Il punto di partenza è lo stimolo che Eduardo invia: prestare una maggiore attenzione al testo, ai personaggi, agli accadimenti; il punto di arrivo è la restituzione di una forma più complessa, articolata e cosciente del dramma attraverso lo studio approfondito della condizione umana di tutti i personaggi di questa vicenda».
Stupisce che, a nemmeno trent’anni e alla sua prima prova di regia, Domenico Pinelli riesca a tradurre fedelmente i suoi propositi teorici in una realizzazione così concreta e matura di uno spettacolo che – com’egli stesso dice – va ben oltre la farsa. I momenti drammatici e profondi che si intuiscono nel testo qui risaltano con grande nitidezza, anche nella partitura degli stessi personaggi che troviamo – di volta in volta – esilaranti e tragici. Il tutto senza scalfire minimamente il tessuto comico e a volte grottesco delle situazioni. Ancora una volta bisogna citare Pinelli che, nel ruolo di Michele Murri che fu di Eduardo, possiede grandi doti e tempi comici, affiancato dagli altrettanto bravi Mario Autore nel ruolo dello squattrinato poeta Luigi Strada che fu di Peppino ed Anna Ferraioli Ravel in quello di Teresa Murri, sorella di Michele, che fu di Titina. Ma la numerosa compagnia (cosa rara di questi tempi) si avvale anche del talento tragicomico di Gianluca Cangiano, Mario Cangiano, Luigi Leone, Antonio Mirabella, Laura Pagliara, Vittorio Passaro, Lucienne Perreca, Silvia Salvadori ed Elena Starace. Completano l’allestimento le scene di Luigi Ferrigno e Sara Palmieri, i costumi di Viviana Crosato e le musiche composte dallo stesso Mario Autore. Spettacolo riuscitissimo che divertirà – ne siamo sicuri – le platee di tutta Italia.