Debutta al Teatro Nuovo di Napoli lo spettacolo Dal Sogno alla Scena di Clara Bauer, Pako Ioffredo e Daniel Pennac, con Pako Ioffredo, Demi Licata e Daniel Pennac mise en espace di Clara Bauer, presentato da Compagnie Mia – Mouvement International Artistique ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, in collaborazione con ATP/Funaro (repliche fino a dom. 4 dicembre).
Dal Sogno Alla Scena è una riflessione sul teatro, un percorso che intreccia il racconto diretto con diversi passaggi degli ultimi adattamenti teatrali di Daniel Pennac. Il mondo narrativo e onirico dell’autore ‘abita’ la scena per settanta minuti, in lingua italiana e in lingua francese tradotta dal vivo in italiano. Pennac, con le musiche di Alice Loup e Antonio Urso, entra dal vivo fra le pieghe dei suoi libri e dei suoi ultimi spettacoli, incontrando il pubblico in quella linea di confine fra interpretazione e narrazione, lettura e recitazione. Tra i testi che prendono vita sul palco: La Legge del Sognatore, Storia di un corpo, Bartleby – Mon Frère, Grazie, L’avventura Teatrale – Le mie italiane.
«Quando sogniamo – spiega Pennac – il nostro cervello produce delle immagini che si trasformano in sensazioni, bellissime, se ricordiamo i sogni come meravigliosi, terribili, se li definiamo incubi al nostro risveglio. Immagini e sensazioni non possono essere spiegate per come sono, abbiamo bisogno di utilizzare la parola. Nel momento in cui ci affidiamo alle parole, immagini e sensazioni non saranno più le stesse, la nostra intelligenza diurna le reinterpreterà, così nasce il racconto. Un racconto differente dalle immagini che abbiamo intensamente vissuto nel nostro universo notturno, ma non meno efficace nel ridonare a chi ascolta le stesse sensazioni».
Daniel Pennac sceglie Napoli, città con la quale ha da sempre un legame speciale, come prima tappa di questo suo nuovo impegno teatrale, nel giorno del suo settantottesimo compleanno. Se l’autore, a inizio spettacolo, si chiede (in italiano) “Cosa ci faccio io dietro le quinte di un palcoscenico?”, il pubblico sembra apprezzare questo rapporto diretto con lo scrittore, solitamente relegato nel chiuso del suo studio, immerso nel suo mondo di ricordi e parole da trascrivere in silenzio. Qui, i ricordi e le parole si fanno materia viva, tramite la voce e il corpo di due bravissimi attori puteolani, Pako Ioffredo e Demi Licata, che traducono simultaneamente il Maestro dal francese e contemporaneamente incarnano il suo universo interiore. Un universo ricchissimo fatto di sogni, esperienze di vita, rapporti umani, dalla morte di Maradona agli operai dell’Ital Sider, dai suoi poco brillanti risultati scolastici al successo mondiale dei suoi libri, dal rapporto con i suoi due punti di riferimento, Federico Fellini (“zio Federico, il re dei sognatori”) e Nabokov (secondo cui il caso è il vero motore della narrazione), al ricordo commosso del fratello Bernard, scomparso quattordici anni fa. Il tutto sapientemente messo in ordine dalla ragia attenta e fluida dell’argentina Clara Bauer, che sa ben tradurre sulla scena ciò che Pennac scrive per la pagina, in un miscuglio di francese, italiano, napoletano e puteolano, perché per lui i dialetti sono la melodia che accompagna la nostra vita. E poco importa che i ricordi siano veri o inventati: l’importante è creare – tramite il racconto – empatia e connessione tra le persone.