Dopo il fortunato debutto al Teatro Romano di Pompei dell’estate scorsa e le repliche d’Ottobre all’Olimpico di Vicenza, approda al Teatro Mercadante di Napoli l’Oedipus di Sofocle, nelle versioni di Ettore Romagnoli (1926) e Orsatto Giustiniani (1585), con Mariano Rigillo, Angela Winkler, Michalis Theophanus e Casilda Maldrazo, per la regia di Bob Wilson che ne cura anche lo spazio scenico e il disegno luci; spettacolo coprodotto da Teatro Olimpico di Vicenza e Teatro Stabile di Napoli (repliche fino a dom. 20 Gennaio).
Nato in Texas nel 1941, il regista-drammaturgo-coreografo-scultore Bob Wilson si impone all’attenzione della critica internazionale alla fine degli anni Sessanta del Novecento coi suoi spettacoli d’avanguardia, fino a diventare una delle icone di questo tipo di teatro, grazie anche alle sue collaborazioni col compositore Philip Glass. Centro della sua ricerca estetica sono sempre stati il contrasto luci/ombre e una dilatazione spazio-temporale che si traduce, sulla scena, con movimenti lentissimi dei corpi-attori e una reiterazione quasi ossessiva delle battute. In effetti, anche in questo lavoro, assistiamo ad un uso molto particolare e suggestivo dei suoni. Lo spettacolo prende le mosse dall’ Oedipus Tyrannos di Sofocle e riprende – dalla tragedia classica – la struttura in quattro episodi (speculari tra loro) più un prologo. La parte del coro è affidata ad un corpo di ballo, esattamente come avveniva nell’antichità. Ma il testo di Sofocle serve solo da pre-testo per indagare visivamente ed emozionalmente l’epopea di un antieroe moderno. “Per me – dice Wilson – il tema centrale dell’opera è l’oscurità. Edipo si propone di far luce sull’assassinio di Laio, per liberare Tebe da una terribile pestilenza. Ma sarà capace di sopportare la luce quando questa farà luce su di lui? Come l’indovino Tiresia, fino a che avrà la vista, sarà cieco. Quando inizierà a vedere la verità si accecherà. Siamo noi in grado, oggi, di vedere la verità?”.
Lo spettacolo – che approderà al Teatro Greco di Epidauro – procede per quadri di forte impatto visivo e uditivo. Memorabili le scene dell’assassinio di Laio, con tre attori che calpestano fogli di metallo che producono suoni cupi e laceranti; la danza del bosco e la pestilenza di Tebe, simboleggiata da sedie vuote che affollano lo spazio scenico attorno a Giocasta, per poi essere spazzate via dalla furia cieca di Edipo, in un finale sorprendentemente poetico. Il cast internazionale, che parla Italiano, Francese Tedesco e Greco, si avvale dell’interpretazione di attori di primissimo ordine: Mariano Rigillo, maestoso nella sua ieraticità, Angela Winkler, Castilda Madrazo e l’iconica Meg Harper nel ruolo di Tiresia.
Da non perdere.