Debutta, al Teatro Mercadante di Napoli, Gabriele Lavia in John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen, nella versione di Danilo Macrì, con Laura Marinoni e Federica Di Martino per la regia di Marco Sciaccaluga; una co-produzione Teatro Stbile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova e Fondazione Teatro della Toscana (repliche fino a domenica 16 Dicembre).
Scritto nel 1896, John Gabriel Borkman è il penultimo dramma di Ibsen. Borkman è un self made man, cinico e spregiudicato banchiere che per la sua avidità di denaro è stato condannato a otto anni di carcere. Ha rubato ma non per sé: si considera, infatti, “l’angelo sterminatore del vecchio mondo capitalistico”, come disse Roberto Alonge. Tornato libero continua a vivere rinchiuso in casa, in attesa di una occasione di riscatto, nell’intricato e gelido groviglio familiare, stretto nel triangolo sentimentale fra moglie e amante, di lei sorella. Oltre alla sua integrità morale, egli ha smarrito la capacità di dare e ricevere amore. Quando anche il figlio si ribella a lui, egli andrà in contro al suo destino.
Il paesaggio invernale e freddo che Marco Sciaccaluga mette giustamente in evidenza rispecchia il gelo interiore di Borkman e delle sue donne, chiuse in un amore egoistico nei confronti del giovane figlio/nipote. Edvard Munch, che di Ibsen fu amico, definì quest’opera “il più potente paesaggio invernale dell’arte scandinava”. Non a caso le imponenti scenografie di Guido Fiorato (che firma anche i costumi) richiamano i quadri del grande pittore norvegese. Lavia offre un’interpretazione da grande Maestro, mettendo in risalto l’ambiguità del personaggio. Ottima anche Laura Marinoni, sempre a suo agio nei ruoli che interpreta, credibile e convincente, e Federica Di Martino. Il resto del cast, Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran, si dimostra all’altezza dei protagonisti.