Al Teatro Mercadante di Napoli è di scena L’Anatra All’Arancia di W. D. Home nella versione francese di M. G. Sauvajon, con Chiara Noschese e Luca Barbareschi che ne firma anche la traduzione e la regia; una produzione Teatro Eliseo Roma e Fondazione Teatro della Toscana (repliche fino a dom. 18 Febbraio).
Scritta dallo Scozzese William Douglas Home agli inizi degli anni ’70, L’Anatra All’Arancia è una delle commedie più famose del secolo scorso, portata sul grande schermo in Italia da Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Racconta il rapporto burrascoso di una coppia di mezza età. Per rompere la monotonia del quotidiano, Lisa sceglie di concedersi a Volodia, un principe russo. Per riconquistare sua moglie, Gilberto sceglie di farla ingelosire di Chanel, sua segretaria, invitando a cena i rispettivi amanti… “E’ una bellissima storia universale di un uomo e di una donna – spiega Barbareschi – e di come il protagonista si inventi un modo per riconquistare la moglie, architettando un piano per dimostrarle che lui è il suo unico amore anche dopo 25 anni. Ciò che muove il meccanismo di questa storia è l’incomprensione, l’egoismo, non la gelosia”.
La commedia che mette in scena Barbareschi è vivace, a tratti divertente, dal ritmo forse un po’ troppo sostenuto. Le scene stilizzate di Tommaso Ferraresi e il disegno luci di Iuraj Saleri danno subito la cifra dello spettacolo: ci si sente voyers delle vicende dei protagonisti che si muovono in un unico ambiente di una casa senza pareti, dove le porte sono appena accennate dagli stipiti. La verve di Barbareschi e della Noschese trova piena corrispondenza nella vivacità di Margherita Laterza e nelle caratterizzazioni di Gerardo Maffei e di Ernesto Mahieux. Tuttavia, troppa esuberanza e frenesia rischiano di far saltare le punteggiature. Sicché, dopo le prime scene, la stanchezza prende il sopravvento. Spettacolo di buon livello ma piatto.