In anteprima nazionale, al Teatro Mercadante di Napoli, La Panne di Friedrich Durenmatt, nella traduzione di Eugenio Bernardi e l’adattamento di Alessandro Maggi, che ne cura anche la regia; con Nando Paone, Giacinto Palmarini, Vittorio Ciorcalo, Patrizia Di Martino, Stefano Jotti, Alberto Fasoli; una produzione Teatro Stabile Napoli (repliche fino a dom. 8 dicembre).
Scritto nel 1956, in forma di novella, e adattato dallo stesso Durenmatt nel ’61 come radiodramma e successivamente come pièce teatrale, La Panne è sicuramente tra i testi più inquietanti e affascinanti del grande autore svizzero. Qui, tuttavia, si è scelto di trarre una nuova versione direttamente dall’originale letterario. L’assunto è: nessuno ha la coscienza veramente pulita. L’argomento: l’agente di commercio Traps, rimasto in panne con la macchina, trova ricetto in una villa isolata dove strani personaggi – tutti ex magistrati, pubblici ministeri, avvocati e persino un boia, in pensione – giocano ogni sera a inscenare processi a personaggi storici (Socrate, Seneca, Gesù…). Lo invitano, dunque, a prendere parte al gioco in qualità di imputato. Traps accetta divertito, consapevole di non aver commesso alcun delitto. Ma, quando il processo ha inizio, le sue certezze cominceranno a vacillare… “Durenmatt ci mette di fronte a una domanda tragica – spiega Maggi – a un interrogativo abissale: esiste una verità dei fatti oggettiva e immutabile, o la verità dei fatti è una ri-costruzione che ognuno di noi fa, per se stesso e per gli altri, di quel processo casuale e caotico che è la vita?”.
Lo spettacolo di Alessandro Maggi è finemente costruito e attento ai dettagli, dove – tuttavia – alcuni momenti eccessivamente verbosi rischiano di far perdere fluidità e ritmo alla vicenda. Per il resto, piace la scelta di una cifra stilistica non realistica (visto anche il contenuto del testo) e un piano di racconto essenzialmente da commedia. In questo, Nando Paone ha modo di dispiegare tutte le sue doti di attore comico ma anche drammatico, in un equilibrio costante che non cede mai il passo alla caricatura, ma con dei guizzi di istrionismo veramente sorprendenti. Gli altri interpreti sono tutti intonati alla partitura, con grande capacità di caratterizzazione di personaggi per nulla semplici, quasi iconici. Le suggestive scene e i costumi sono firmati da Marta Crisolini Malatesta, il disegno luci – che sottolinea un’atmosfera quasi onirica – è di Gigi Saccomandi. Installazioni video di Alessandro Papa.