In scena, al Teatro Mercadante di Napoli, Solaris di David Grieg tratto dal romanzo di Stanislaw Lem, con Federica Rosellini, Giulia Mazzarino, Sandra Toffolatti, Werner Waas e con Umberto Orsini in video, per la regia di Andrea De Rosa; una co-produzione Teatro Stabile di Napoli e Teatro Stabile di Genova (repliche fino a dom. 28 novembre).
Adattamento teatrale del celebre romanzo di Stanislaw Lem, da cui sono stati tratti i film omonimi di Andrej Tarkovskij e Steven Soderbergh, Solaris è un raro esempio di spettacolo teatrale di fantascienza. Tratta la vicenda di un’astronauta che, inviata su una stazione spaziale che ruota attorno al lontano pianeta Solaris, scopre che a fianco all’equipaggio vivono delle misteriose presenze, generate dallo strano oceano che riveste tutta la superficie del pianeta stesso, come in reazione all’invasione di un virus.
«Ho letto Solaris durante la quarantena – afferma Andrea De Rosa – e mi aveva molto colpito questa idea che gli esseri umani potessero essere il virus e che il pianeta fosse costretto a reagire e a difendersi dalla loro presenza. Solaris è una vera e propria creatura, un pianeta vivente che attraverso il suo immenso oceano cerca di comunicare con gli uomini attraverso i loro desideri, che riesce a materializzare sotto forma di fantasmi».
La metafora del “chi siamo noi realmente?” emerge con chiarezza dalle prime battute dello spettacolo che appare fin dall’inizio originale e spiazzante. La lunga scenografia di Simone Mannino (che cura anche i costumi) che arriva fino a metà platea dà la sensazione di trovarsi realmente su una stazione spaziale orbitante. Le luci di Pasquale Mari e i video di D-Wok, che hanno rielaborato immagini fornite dall’Agenzia Spaziale Europea, le musiche di G.U.P. Alcaro e un manichino di artaudiana memoria che guarda brani del film di Tarkovskij, danno forte suggestione ad una pièce che tuttavia appare in alcuni momenti fredda e poco coinvolgente. La bravura degli interpreti e le trovate sceniche ad effetto fanno presa su un pubblico di estimatori del genere. Resta comunque il dubbio sulla necessità di mettere in scena l’ennesimo spettacolo tratto da un’opera letteraria, pur essendoci decine di autori contemporanei, italiani e stranieri, che attendono – troppo spesso invano, nel nostro Paese – di essere conosciuti.