Al Teatro Mercadante di Napoli, Toni Servillo dà voce al poemetto di Franco Marcoaldi “Il mondo sia lodato”, scritto nel 2015 e pubblicato da Einaudi. Soltanto un grande poeta poteva compiere l’impresa di tributare una lode al mondo incentrata con sguardo compassionevole ed intriso di sensibilità e commozione sulla realtà. E soltanto un grande interprete come Toni Servillo poteva rendere quelle parole vere, autentiche in un teatro gremito, come quello visto alla prima al Mercadante.
Le capacità attoriali di Toni Servillo, tali da renderlo uno degli attori più famosi del teatro e del cinema italiano, sono note a tutti. Franco Marcoaldi e la sua opera necessitano invece di un approfondimento al fine di farli conoscere ed apprezzare dal grande pubblico.
Classe 1955, il poeta e scrittore vive ad Orbetello. Nel corso degli anni ha fondato riviste letterarie, ha scritto per il teatro(Benjaminowo e Sconcerto con Toni Servillo),per la musica( lavorando con i compositori Fabio Vecchi e Giorgio Battistelli), per la televisione ( I Dieci Comandamenti di Roberto Benigni) e la serie di documentari Grand’Italia per Rai Cultura. Ha scritto inoltre libri di viaggio e libri di poesia: Mosca cieca, Amore e non amore, Animali in versi, Il tempo ormai breve. La sua ultima poetica è Il mondo sia lodato (2015).
Esso è composto da dodici canti, come a segnare i dodici mesi dell’ anno solare. I temi principali sono: la vita, la morte, la natura attraverso la bellezza della lode che è, secondo Marcoaldi l’unica forma di cura che può salvare il mondo perché consente un’empatia tra gli esseri viventi ed il creato a dispetto delle miserie terrene. La lode salva , al pari della bellezza, perché ci rende profondamente umani e consapevoli del nostro destino.
Il mondo sia lodato è all’apparenza una preghiera laica sullo stile delle laudi medioevali di ispirazione francescana sulla bellezza del creato ma ben presto se ne discosta perché il poemetto incentra la sua riflessione sulle vicende umane e sulla loro caducità prendendo in prestito autori e riflessioni del passatoto che ancora oggi possono affascinare e dare risposte. La frase Mondo, ti devo lodare ricorre insistentemente con il suo carico di gratitudine e di umiltà nei confronti della vita che nonostante tutto è sempre degna di essere vissuta.
All’aprirsi del sipario un Toni Servillo dimesso e infagottato in un largo cappotto, con cappello e bastone, si avvia claudicante verso un podio di colore verdognolo con la scritta ONU. Alle sue spalle compare il simbolo delle Nazioni Unite e l’attore ringrazia di averlo ammesso a parlare in quel prestigioso consesso e inizia a declamare il primo canto del poemetto: “…perchè gli occhi si aprono e/ho un cuore che batte e so/ respirare, perché merita lode/ il sorriso ed il pianto,/l’orrore e l’incanto…”
È necessario lodare il mondo partendo dalle piccole cose quotidiane per poi arrivare all’intero universo nonostante le miserie terrene e la morte, la violenza, le malattie . L’invocazione di lode resiste a tutto perché proviamo gratitudine per la vita.
E, in particolare, la gratitudine di Franco Marcoaldi verso Toni Servillo è tutta in questa dichiarazione: «L’incontro con Toni mi ha felicemente costretto a ripensare il mio poemetto. Ho tolto alcune parti e ne ho aggiunte di nuove in modo da far emergere le potenzialità teatrali già implicite nel testo originario che, solo una felice intuizione drammaturgica di Toni, è stata in grado di disvelare appieno. In primis a me. Non c’è nulla di più bello che contribuire alla metamorfosi di un testo. Ora c’è da superare l’ultima e più importante prova: l’incontro con il pubblico».
Noi di Mydreams pensiamo che questo timore sia infondato: la prova, se di prova si è trattato, è stata superata brillantemente e gli applausi del pubblico lo hanno ampiamente dimostrato.