Al Teatro Nuovo di Napoli debutta Numero Primo, spettacolo di e con Marco Paolini, scritto insieme a Gianfranco Bettin, una produzione Jolefilm (repliche fino a domenica 13 Novembre).
Più che uno spettacolo, Numero Primo è un racconto, anzi la prima di tre parti di un racconto in cui Paolini indaga il nostro rapporto con la tecnologia e i suoi possibili sviluppi futuri, la sua funzione e la sua influenza nei rapporti umani del XXI secolo. Una donna conosciuta su un social gli affida un bambino di cinque anni, suo figlio, apparentemente dotato di straordinarie capacità… Con Numero Primo, Marco Paolini porta in scena una nuova “stagione” degli Album, ai quali ha affidato tra il 1987 e il 2003 alcuni dei suoi primi spettacoli, in cui amalgamava sul palcoscenico l’autobiografia e il ritratto generazionale. Più che di ieri, quando gli Album raccontavano soprattutto storie d’iniziazione, questo spettacolo dell’età matura tende, invece, a parlare in modo diretto di oggi, della realtà odierna. “Ho un’età – afferma l’autore, regista e interprete veneto – in cui non sento il bisogno di guardare indietro, di ricostruire, preferisco sforzarmi di immaginare il futuro, così porto in scena un Album con nuovi personaggi. Parlerò della mia generazione alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica, dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale”.
Ne nasce un racconto drammaturgico fresco, intenso, a tratti inquietante, ma sempre capace di far insorgere stupore e domande su chi siamo e chi siamo diventati. I doni di Marco Paolini sono la lucida linearità e l’umanità con cui tratta temi e personaggi di una storia che ci riguarda e che – per questo – ci affascina, senza mai perdere la leggerezza e l’ironia che lo contraddistinguono sia come autore che come interprete. Segue al racconto uno stimolante dibattito col pubblico, chiamato ad esprimere i propri pensieri, dubbi, apprezzamenti.
Operazione ottimamente riuscita.