Il Teatro Diana ospita fino al 10 marzo La sorella migliore di Filippo Gili, regia di Francesco Frangipane con Vanessa Scalera, Daniela Marra, Giovanni Anzaldo, Michela Martini.
Lo spettacolo è stato prodotto da Argot Produzioni e da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro in coproduzione con Teatro delle Briciole, le scene di Francesco Ghisu, le luci di Giuseppe Filipponio, le musiche di Roberto Angelini e i costumi di Eleonora De Marco.
Luca (Giovanni Anzaldo) ha provocato la morte di una donna a causa di un incidente stradale e sta scontando a casa della sorella Sandra (Daniela Marra) gli ultimi tre anni degli undici a cui è stato condannato. La loro convivenza forzata viene maggiormente resa problematica da una rivelazione della sorella maggiore Giulia (Vanessa Scalera): la vittima era affetta da un tumore in fase terminale. Utilizzando questa informazione si potrebbe riaprire il processo e Luca otterrebbe uno sconto di pena. In realtà Giulia che è anche l’avvocato difensore di Luca, era a conoscenza fin dall’inizio del processo che la donna investita aveva pochi mesi di vita. I tre fratelli in presenza della madre (Michela Martini) ne discutono animatamente scontrandosi su posizioni diverse e alimentando una serie di interrogativi che investono le coscienze degli spettatori.
É giusto che una persona debba avere uno sconto di pena sapendo che la vittima è destinata a morire da lì a poco per una grave patologia? Quanto vale in termini di condanna la vita di una persona? Giulia avrebbe potuto utilizzare fin da subito questa informazione per evitare al fratello un lungo periodo di detenzione? Sono sufficienti otto anni per eliminare i sensi di colpa di Luca restituendolo ad una vita normale? E come avrebbe trascorso questi anni Luca se avesse approfittato di questa informazione?
Il sipario si apre rivelando ,attraverso luci soffuse, l’interno di un appartamento con in fondo una grande tenda gialla, un tavolo con delle sedie, due divani e qualche elemento di arredo. Luca racconta a Sandra un suo incubo ricorrente e la sorella cerca di tranquillizzarlo mentre irrompe sulla scena Giulia, legale della famiglia, con la sua rivelazione e poi la loro madre. I dialoghi tra i personaggi si fanno sempre più serrati e stringenti in un crescendo di emozioni che investono il pubblico in sala travolto dagli eventi e costretto a riflettere.
Tutti gli interpreti danno prova delle loro capacità attoriali, in particolare Vanessa Scalera che ci ha abituati ad una grande potenza espressiva fatta non solo di parole ma di sguardi e silenzi. Padrona fin da subito della scena rende tutte le sfaccettature del suo personaggio con estrema credibilità e naturalezza conferendo al potente testo teatrale la giusta dose di pathos. Daniela Marra, che abbiamo già visto nella pièce teatrale Ovvi destini sempre di Filippo Gili e sempre al fianco di Vanessa Scalera, offre al suo personaggio grande sensibilità ed umanità restituendoci forse l’autentica sorella migliore. Giovanni Anzaldo riesce a dare consistenza al tormento esistenziale che lo dilania attraverso la sapiente alternanza di momenti malinconici e scatti di nervosismo ed insofferenza. Notevole anche l’interpretazione della madre fatta da Michela Martini, attrice di grande esperienza sia teatrale che cinematografica, nel dare al suo personaggio il giusto equilibrio tra ironia e amore materno. La regia di Francesco Frangipane, agevolata dalla bellezza del testo e dagli interpreti, punta all’essenziale e fornisce al pubblico la prova della duttilità degli attori e del loro affiatamento sulla scena.
La sorella migliore è uno spettacolo che va visto perché si basa su una storia attuale che potrebbe capitare a ciascuno di noi. É un dramma familiare che mette in discussione i rapporti parentali spesso viziati da cose non dette, rimorsi, sensi di colpa. E resta allo spettatore attento trovare una via di uscita. Alla prima napoletana lunghi, calorosi e meritati applausi.