Il Teatro Diana ospita fino al 19 maggio Premiata Pasticceria Bellavista di Vincenzo Salemme per la regia di Giuseppe Miale Di Mauro con Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino e ancora Stefano Miglio, Viviana Cangiano, Cristel Checca, Dolores Gianoli, Alessandra Mantice.
Lo spettacolo ha debuttato lo scorso anno al teatro Mercadante nell’ambito del Campania Teatro Festival e nel 2000 è stata realizzata la trasposizione cinematografica diretta dallo stesso Salemme con Carlo Buccirosso, Emanuela Grimalda, Maurizio Casagrande, Antonella Morea, Cetty Sommella e Nando Paone.
Ecco alcune note dell’autore: «Erano gli inizi degli anni ’90 e ricordo che si discuteva molto la legge sulla donazione degli organi e uscirono nelle pagine di cronaca diversi episodi che suscitavano molta apprensione che raccontavano di persone date per morte e poi miracolosamente risvegliatesi. Ve lo immaginate se vi espiantassero gli organi credendovi morti mentre non lo siete affatto? Ed ecco che nacque l’idea della commedia , proprio immaginando una cosa del genere. Io non sono contrario alla donazione degli organi ma volevo raccontare le paure più recondite dell’animo umano di fronte ad episodi di questo genere senza avere però la pretesa di trovare delle risposte.Sono felice che, per la prima volta nella mia carriera di autore, non sarò io a raccontare una mia storia ma un gruppo di giovani artisti con una storia già prestigiosa alle spalle e con un futuro pieno di passione ancora da scrivere». (Vincenzo Salemme si riferisce alla Compagnia Nest che opera a San Giovanni a Teduccio dal 2008 e che ha messo in scena numerosi spettacoli di successo spaziando da Shakespeare a Pirandello, da Eduardo a…Salemme!)
La commedia vede al centro della storia due fratelli: Ermanno (Giuseppe Gaudino) e Giuditta Bellavista (Viviana Cangiano), proprietari dell’omonima pasticceria. Con loro vive la madre affetta da diabete. Ermanno ha una relazione segreta con Romina (Dolores Gianoli ) e Giuditta con Aldo (Francesco Di Leva) che mira alla sua dote corteggiando spudoratamente Rosa (Alessandra Mantice), l’ incaricata delle consegne della Pasticceria.
Ermanno ha subito un intervento di trapianto di cornee prelevate da Carmine (Adriano Pantaleo), un senzatetto, entrato in coma in seguito ad un incidente automobilistico. Ma Carmine si risveglia e accompagnato dai suoi amici Gelsomina (Cristel Checca ) e Memoria (Stefano Miglio) si reca dai Bellavista rivendicando i suoi occhi.
Il ritmo serrato dei dialoghi, le gag, i fraintendimenti, le caratterizzazioni macchiettistiche dei personaggi al limite del surreale avviano la commedia ad un finale inaspettato.
Quando un lavoro teatrale viene offerto ad una nuova Compagnia per la messa in scena vuol dire che l’autore è noto e il testo ben rodato e conosciuto ai più. E’ il caso di Premiata Pasticceria Bellavista che può ritenersi un classico del repertorio di Vincenzo Salemme avendo nel tempo inanellato successi di pubblico e critica. I bravi attori del Nest non hanno fatto altro ( e non è poco!) che portare avanti il messaggio dell’autore in modo chiaro e puntuale rispettandone i tempi comici con una buona dose di bravura e scioltezza guidati dall’ottima regia. E qual è questo messaggio? Imparare a distinguere tra guardare e vedere. La storia infatti parla della cecità e di persone incapaci di osservare la vita e il mondo che li circonda. Tutti i personaggi non riescono ad affrontare il percorso della propria vita e agiscono fingendo di non vedere. Ermanno e Giuditta sono eterni bambini soggiogati da una madre dispotica ed egoista che non permette loro di avere relazioni affettive, Aldo è un farfallone ed un cacciatore di dote, Romina sbraita sempre contro Ermanno del tutto priva di dolcezza, Gelsomina si limita ad assecondare Carmine e Memoria che cambia personalità ad ogni battuta, nega anche la realtà. L’unico personaggio a vederci chiaro è proprio Carmine, il cieco, perché, secondo la filosofia di Salemme gli occhi sono lo specchio dell’anima secondo un antico adagio e negli occhi risiedono il cuore, l’intelligenza e le virtù.
Una storia così amara, per la legge del contrappasso, non poteva che essere ambientata in una pasticceria!
La Compagnia Nest non ha deluso. Funzionali le scene di Luigi Ferrigno e i costumi colorati e fantasiosi di Chiara Aversano. Calorosi gli applausi anche durante la rappresentazione che si è chiusa con lo splendido brano cantato da Riccardo Del Turco dal titolo Figlio unico del 1966.