Recensione della nuova commedia di Maurizio De Giovanni con Antonio Milo e Adriano Falivene
Dopo lo strepitoso successo de Il silenzio grande, il Teatro Diana ospita in anteprima nazionale la nuova ed inedita commedia di Maurizio De Giovanni “Mettici la mano” che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene, già interpreti dei noti personaggi del Brigadiere Maione e Bambinella nella fortunata fiction televisiva de Il commissario Ricciardi. Questa volta sono affiancati dalla brava Elisabetta Mirra per la regia di Alessandro D’Alatri, accompagnati dalle musiche originali di Marco Zurzolo, scene di Toni di Pace e i costumi di Alessandra Torella.
Ecco come il regista presenta lo spettacolo: «Dopo una lunga chiusura dei teatri a causa della pandemia è una gioia poter annunciare il nostro ritorno in palcoscenico, un ritorno che segna una continuità artistica: questo nuovo progetto nasce come una costola de Il commissario Ricciardi. Dalla straordinaria ed immaginifica penna di Maurizio De Giovanni, due tra i volti più colorati si staccano dalle vicende del filone corale del Commissario e tornano a raccontarsi con il pubblico dal vivo: il Brigadiere Maione e il femminello Bambinella. Due figure che non esito a definire maschere , unici tra i personaggi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita, magistralmente fatti vivere sulla scena da Antonio Milo e Adriano Falivene. Una bella novità è Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sulla condizione femminile in anni martoriati dalla guerra».
Primavera del 1943, a Napoli. Il silenzio di un rifugio antiaereo viene squarciato dalle sirene : arrivano gli aerei alleati e c’è il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. Sulla scena campeggia una Madonna Addolorata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa, il cui volto è illuminato da diverse candele.
Il primo ad arrivare è Bambinella, travestito da monaca che, impaurito, si prostra ai piedi della statua e prega con fervore. Poco dopo arriva il Brigadiere Maione che ha appena arrestato la giovanissima Melina, colpevole, come si saprà in seguito, di aver sgozzato nel sonno il marchese di Roccanfusa, un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova poco distante dal rifugio e nel quale la ragazza svolgeva le mansioni di cameriera.
Il dialogo fra i tre personaggi si fa serrato, concitato ed anche la Madonna viene chiamata in causa, come testimone muta ma partecipe delle vicende umane. Lo stato di pericolo in cui versano i personaggi è la spinta a fare una serie di riflessioni , ognuno dal suo punto di vista e a suo modo, sulla vita e sulla morte, sulla giustizia e sulla fede in un Dio che comprende e perdona.
Bambinella richiama alla memoria dei suoi ascoltatori la sua vita difficile senza genitori e la sua diversità che la città di Napoli ha sempre mostrato senza falsi pudori e rispettato .
Adriano Falivene è a dir poco perfetto in questo ruolo che, privo delle sue indispensabili capacità attoriali , poteva scadere da maschera a macchietta. La strana e assurda amicizia con il Brigadiere Maione viene rinsaldata dalle vicende narrate in questa commedia quando, Bambinella, trasformatosi in avvocato difensore di Melina, saprà toccare le corde della compassione dell’ uomo di legge.
Il Brigadiere Maione , uno straordinario Antonio Milo, è carico di umanità e di amore per la vita e per il prossimo. Nelle sue battute compare quel giusto equilibrio tra dramma e commedia e le schermaglie con Bambinella, spesso esilaranti, denotano non solo una forte intesa scenica con Falivene ma anche una profonda comprensione del personaggio Bambinella ricco di sfaccettature.
Brava e credibile nel ruolo di Melina Elisabetta Mirra che sicuramente, calcando le scene con due grandi attori quali Falivene e Milo, saprà carpirne tecnica e passione.
La scrittura di De Giovanni risulta anche stavolta, come per i romanzi, potente ed evocativa, funzionale ai personaggi e ricca di emozioni . Un piccolo assaggio trascrivendo qualche battuta. Il Brigadiere Maione a Bambinella che aveva sollevato l’obiezione che spesso le leggi e la giustizia camminano su binari paralleli: «L’ordine va mantenuto proprio adesso che siamo in difficoltà, proprio adesso che la situazione è questa! Non lo capisci che non siamo animali, che siamo esseri umani? Che proprio quando ci stanno i problemi, quando tutto sembra crollare vanno mantenuti i principi, vanno rispettate le leggi e la giustizia?». E quello di una dolente Melina che finalmente, su insistenza di Bambinella dalla quale si sente protetta , compresa e solidale come sanno esserlo soltanto coloro che si sentono ai margini della società , rivela: «Ho preso il posto di mia madre. Mi credevo che significava fare la serva…ma non significava solo questo. Significava pure altre cose…».
Alla prima calorosi e meritati applausi.