Al Teatro Bellini di Napoli è di scena Operetta Burlesca, uno spettacolo scritto e diretto da Emma Dante, che ne firma anche le scene e i costumi, con Carmine Marignola, Francesco Guida, Roberto Galbo e Viola Carinci; una produzione Sud Costa Occidentale (repliche fino a dom. 3 Aprile).
Andato in scena la prima volta al Kismet di Bari nel 2014, Operetta Burlesca è la storia di Pietro, un uomo di circa quarant’anni che abita ancora con i suoi genitori, alle falde del Vesuvio, e si divide tra il suo lavoro in una pompa di benzina, le scappate settimanali a Napoli – la grande città che gli consente di uscire, di passeggiare liberamente e di essere se stesso, in un anonimato che lo rassicura – e i momenti in cui balla da solo, chiuso nella sua stanza, indossando gli abiti da donna e i tacchi alti acquistati a via Duomo. Quando incontrerà quello che crede essere il suo vero amore, sarà pronto a lasciarsi dietro una vita di incomprensioni e frustrazioni. Ma presto arriverà la disillusione… “Ho scritto questa storia – ricorda Emma Dante – perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. Perché ho conosciuto tanti Pietro, ma non li ho mai visti ballare, li ho sempre sentiti monchi. Questo spettacolo è un varietà, ma anche uno spogliarello dell’anima”.
Da sempre appassionata alle storie degli ultimi e degli emarginati, Emma Dante costruisce questa volta uno spettacolo delicato e visivamente perfetto, dove però manca quella carica di prorompente provocazione cui ci ha abituati. Ciononostante, la vitalità e fragilità dei personaggi fanno raggiungere momenti di alto lirismo. Grazie anche a una compagnia ormai collaudata, composta da Carmine Marignola (Pietro), Francesco Guida (splendido nel doppio ruolo del Padre e della Madre di lui), affiancati dai ballerini Roberto Galbo e Viola Carinci che eseguono le suggestive coreografie di Davide Celona. Disegno luci di Cristian Zucaro, in perfetta armonia con lo spazio scenico.
Bello, ma si poteva osare di più.