In scena, al Teatro Bellini di Napoli, Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, con Maria Paiato, Andrea Di Casa, Nicola Pannelli e Filippo Dini, che ne firma anche la regia; una produzione Teatro Stabile di Torino (repliche fino a domenica 27 Gennaio).
Scritto nel 1917 e profondamente rivisitato nel ’25, Così è (se vi pare) è il dramma borghese più pirandelliano di Pirandello. In esso, infatti, compaiono tutti i tòpoi della poetica dell’autore: la falsa morale borghese, l’impossibilità di conoscere la Verità, le diverse realtà soggettive, la pazzia (di lì a due anni, la moglie del drammaturgo – già gravemente malata – sarebbe stata internata). Tutta l’azione si svolge a casa del consigliere Agazzi, dove si riunisce un gruppo ristretto di persone (ma che in qualche modo rappresenta e incarna la curiosità di tutto il paese), per scoprire quale strano o indicibile segreto si nasconda dietro la bizzarra condotta di tre personaggi arrivati in città: la signora Ponza, che vive reclusa in una casa in periferia insieme al marito, che quotidianamente, e più volte al giorno, va a trovare la suocera, Signora Frola, sistemata invece in un appartamento di un condomino alto borghese, in centro, proprio accanto alla famiglia Agazzi. Perché? Quale legame e quale terribile segreto condividono queste tre persone? Seguendo le varie versioni dello stesso fatto, chi bisognerà condannare come pazzo e chi assolvere: la suocera o il genero?
Lo spettacolo si svolge tutto in un unico ambiente, dalle scene (raffinate, di Laura Benzi) che mutano e si spostano, a seconda dei mutevoli convincimenti dei protagonisti. La regia di Filippo Dini impartisce ritmo e sapore a una vicenda intricata e cerebrale, resa invece in chiave ironica e movimentata. Il suo dichiarato intento di rifarsi al cinema surrealista di Bunuel, però, spezza ritmo e tensione proprio al centro del dramma, nella scena del sogno degli specchi, troppo disomogenea – a nostro avviso – rispetto al resto dell’opera. Ottima prova attoriale per tutto il cast, anche se con qualche eccesso – qua e là – di iper-realismo. Spettacolo gradevole, originale ma che cede (soprattutto nella seconda parte) a tentazioni un po’ troppo farsesche.