Dal 30 ottobre al 3 novembre al Teatro Argentina di Roma in scena The Four Seasons Restaurant per la regia, le scene e i costumi di Romeo Castellucci. Tra gli interpreti Chiara Causa, Silvia Costa Laura Dondoli, Irene Petris, le musiche di Scott Gibbons, assistente alla regia Silvia Costa, collaborazione alla drammaturgia Piersandra Di Matteo, direzione alla realizzazione delle scene Massimiliano Peyrone, tecnico luci Fabio Berselli e foto Sonja Žugic.
Romeo Castellucci con “The Four Seasons Restaurant”, la sua nuova creazione con la Socíetas Raffaello Sanzio, traccia una curva senza ritorno dal caos dei buchi neri all’orlo di un vulcano incandescente, mettendo al centro della scena l’artista, il suo rapporto con il pubblico e con il mondo.
Il titolo si riferisce alla controversia occorsa a Mark Rothko quando, nel 1958, gli commissionano un ciclo di quadri per adornare la lussuosa sala del Four Season Restaurant, che stava aprendo a Manhattan. Dopo aver accettato, Rothko torna sui suoi passi, decidendo di tenersi le tele, oggi conservate a Londra, Tokyo e Washington. L’episodio, senza alcun riferimento diretto nello spettacolo, diventa l’emblema del rifiuto dell’artista, la negazione dell’immagine nella società dell’immagine: è la scintilla usata da Castellucci per tornare su alcuni temi caldi del suo teatro, aggiungendo nuovi elementi ai recenti “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” e “Il velo nero del pastore”, presenti nelle passate edizioni di Romaeuropa. Il rifiuto e la solitudine dell’artista, il suicidio del filosofo -Empedocle si toglie la vita gettandosi nell’Etna-, l’opera incompiuta: per Castellucci sono lo sfondo a «un atto di censura dal contratto sociale», dove si apre lo spazio per costruire drammaturgia, identificandone l’essenza non nel contrasto tra i personaggi ma, come nella tragedia greca, nel confronto tra scena e pubblico.