Al Napoli Est Teatro andrà in scena il 23 e 24 maggio in anteprima nazionale lo spettacolo “Love Bombing” scritto e diretto da Giuseppe Miale di Mauro con Gennaro Di Colandrea (L’Ergastolano), Giuseppe Gaudino (Il Falco), Stefano Jotti (L’Avvocato), Adriano Pantaleo (‘O Guaglione), Giampiero Schiano (Il Mujahideen) e Andrea Vellotti (Il Pediatra).
Perché “Love Bombing”? Perché parlare di Stato Islamico, di jihad, di resistenza, di sopravvivenza? Il collettivo Nest ha nel suo dna utilizzare il teatro come mezzo artistico per denunciare con feroce concretezza le malattie di cui è affetta la nostra società. L’attenzione all’attualità, alla cronaca, alle problematiche che attanagliano il nostro spazio vitale e creativo, sono da sempre spunto di riflessione per il collettivo Nest, e molto spesso diventano gli argomenti degli spettacoli che si decide di portare in scena. Ecco, la messa in scena di “Love Bombing” va esattamente in questa direzione, un progetto che punta il faro su quella che è la minaccia dello Stato Islamico, ma soprattutto immagina quello che potrebbe essere in futuro. Utilizzando il teatro come luogo di ragionamento e approfondimento, affronta un tema che tocca chiunque: la perdita dell’umanità.
Da tempo si sente parlare di Stato Islamico un po’ dappertutto, attraverso documentari, leggendo interviste, articoli di giornale. Il califfato è molto più potente di quello che è ora, e i Mujahideen stanno conquistando tutto, sterminando chiunque non sia musulmano. Un nuovo genocidio non diverso da quelli passati. Le strade, i palazzi, le case, i musei, gli ospedali, tutto non appartiene più ai legittimi proprietari, ma ai militari jihadisti che conquistano, saccheggiano, uccidono. Un gruppo di cinque uomini, si ritrova a sfidare il destino nascondendosi in un bunker di fortuna e resiste provando a combattere quella che agli occhi dei protagonisti pare la fine del mondo. L’esercito è crollato, così come la Marina e l’Aeronautica, nessuno più è in grado di difendere la popolazione. Le voci circolano e pare che il Papa sia stato decapitato in Piazza San Pietro. Le comunicazioni sono interrotte, le famiglie separate, il cibo scarseggia, così come i medicinali e i generi di prima necessità. Se non è la fine del mondo, poco manca. I sei uomini resistono, si uniscono, si fanno forza, finché uno del gruppo riesce a catturare un Mujahideen e decide di portarlo nel bunker per torturalo e vendicarsi di tutto il male che stanno facendo.
È questo l’episodio che scatenerà un acceso dibattito e porterà i cinque personaggi a scegliere tra quello che erano e quello che sono diventati. L’idea che ne viene fuori è che si sono formati due eserciti, uno dentro il bunker e uno fuori, non dissimili tra loro. D’altronde c’è chi sostiene che la guerra sia insita nell’essere umano come la vita e la morte. La storia dei cinque superstiti al genocidio si chiude a sacco sulle vite individuali, ma ci sono sussulti in cui le singole esistenze spezzano la camicia di forza e inventano la propria libertà.
Questo spettacolo è prodotto da Nest napoli est Teatro in collaborazione con Ente Teatro Cronaca/Vesuvio Teatro.