Riprende la programmazione annuale di Arci Movie che vede l’associazione promotrice o partner di una fitta serie di appuntamenti culturali, a partire dalla presenza di ben 10 opere in concorso (7 corti realizzati con le scuole di Napoli Est e 3 documentari del centro FilmaP di Arci Movie, rispettivamente all’interno della sezione Schermo Napoli Scuola e Schermo Napoli Doc) il 26 e il 28 settembre e all’interno dell’edizione 2017 del Napoli film Festival.
“Ripartiamo anche quest’anno – dice Roberto D’Avascio, Presidente di Arci Movie – dalle scuole, dagli studenti e dagli allievi del nostro centro di formazione e produzione cinematografica a Ponticelli: piccole opere fatte da giovani e giovanissimi talenti del nostro territorio con tanta voglia di raccontare delle storie. Seguendo questa prospettiva fortemente pedagogica e sociale, Arci Movie è presente anche quest’anno al Napoli Film Festival, una manifestazione che da sempre concede attenzione al nostro lavoro”.
Nella giornata di martedì 26 ottobre dalle 10.00 saranno proiettati i lavori: “Teorema della scuola” di Mena Solipano (Italia, 2017, 4’) realizzato da Arci Movie con la classe III E dell’Istituto Comprensivo “57 San Giovanni Bosco” di Ponticelli. Lo studio apre la mente e forma le coscienze. Parola del maestro e matematico greco Pitagora.
“Come un gatto nero” di Mena Solipano” (Italia, 2017, 9’) un corto targato Arci Movie con la classe IV A dell’Istituto Comprensivo “57 San Giovanni Bosco” di Ponticelli. Anna ha una grande passione per i gatti neri e per questo viene presa in giro dai compagni. Un gatto venuto da molto lontano la trasporterà in un’altra dimensione.
“Giannino l’invisibile” di Mena Solipano (Italia, 2017, 8’) che vede protagonista la IV D dell’Istituto Comprensivo “57 San Giovanni Bosco” di Ponticelli al fianco dell’Arci Movie. Per evitare l’interrogazione, Giannino esprime il desiderio di diventare invisibile. Quando il suo desiderio si avvera, Giannino capirà che le conseguenze non sono solo positive
“Frutta secca” di Giovanni Bellotti (Italia, 2017, 8’) realizzato dall’I.C. “49 Toti Borsi Giurleo” di Ponticelli con Arci Movie chiude la giornata del 26 settembre. Un ragazzo appassionato di fotografia si convince che il bidello della scuola sia un assassino e coinvolge la sua migliore amica in improbabili indagini.
Giovedì 28 settembre a partire dalle 10.00 saranno proiettati: “Acqua salata” di Giovanni Bellotti (Italia, 2016, 5’) realizzato da Arci Movie con l’I.S. “Archimede” di Ponticelli. Alba è l’identificazione di un pesciolino rosso, che vive nella sua ampolla, ove non può sentire nulla, ma è consapevole che si può decidere di affrontare i disagi e liberarsene.
“La stanza cinese” di Claudio D’Avascio (Italia, 2017, 5’) realizzato da Arci Movie con il Liceo “Q.O. Flacco” di Portici. Marco racconta delle sue giornate ad Alice, in cerca di risposte sulla sua scarsa integrazione sociale ed il suo volersi estraniare. Chiede poi consiglio ad Alice su come farsi notare da una ragazza di cui dice di esser invaghito.
“Un piccolo uomo” di Claudio D’Avascio (Italia, 2017, 3’) realizzato da Arci Movie con l’ I.S.I.S. “R. Livatino” di San Giovanni a Teduccio. Si racconta attraverso lo scorrere dei giorni della settimana il rapporto morboso e violento di un ragazzo con la sua nuova fidanzata. Con il, passare delle giornate raccontiamo il decorso di una storia d’amore e della sua tragica conclusione.
Giovedì 28 settembre a partire dalle 16.30 saranno proiettati i tre corti realizzati da FilmaP: I corti dell’atelier di cinema del reale con la direzione pedagogica di Leonardo Di Costanzo e il coordinamento di Antonella Di Nocera saranno presentati al Napoli film festival giovedì 28 settembre. Si tratta di lavori realizzati la scorsa estate durante la prima fase formativa dell’Atelier con la supervisione dei registi Alessandro Rossetto e Bruno Oliviero. L’attività si inserisce nell’ambito del progetto FilmaP – Centro per la formazione e produzione di cinema a Ponticelli un progetto di Arci Movie realizzato con il sostegno di SIAE, Intesa San Paolo (fondo beneficenza), Fondazione con il Sud con l’adesione di UCca e Doc/it.
I giovani partecipanti sono stati selezionati per seguire un corso intensivo di 12 settimane, al termine del percorso hanno realizzato in maniera indipendente i corti, scegliendo ognuno soggetti e protagonisti. Ciascun partecipante è stato autore di un corto e collaboratore come fonico o montatore sui film degli altri, restituendo così un carattere fortemente cooperativo del percorso di realizzazione.
Dopo la partecipazione ai festival di Torino, Trieste, Nyon e Lisbona – dice Antonella Di Nocera, coordinatrice del progetto – i corti degli allievi del Secondo Atelier di cinema del reale di Ponticelli, vengono presentati per la prima volta al pubblico napoletano. La scelta di selezionarne tre sui cinque inviati è un bel riconoscimento per il lavoro svolto dal Centro FilmaP. Gli autori sono giovani filmmakers con esperienze diversificate e provenienti anche da diverse città italiane che hanno trovato a Ponticelli una vera e propria occasione formativa. L’atelier rappresenta una ormai consolidata officina di cinema che mette insieme capacità creative giovani, formazione e produzione anche con ambizioni professionali, collegando gli allievi a importanti nomi del mondo del cinema del reale e del documentario tra cui i curatori di alcune masterclass come Hintermann, Frammartino, Bigazzi.
I film selezionati sono: “’A mazzamma” di Ennio Eduardo Donato, “Antonio degli scogli” di Alessandro Gattuso e “La barca” di Luisa Izzo.
I corti selezionati: ‘A MAZZAMMA di Ennio Eduardo Donato Sinossi: Mazzamma è un termine napoletano che indica il pesce di piccole dimensioni o, con valore spregiativo, un gruppo di persone scarto della società, cose di nessun valore, i rifiuti. Pasquale è un parcheggiatore abusivo che sta scontando gli arresti domiciliari. Per due ore al giorno gli é consentito uscire di casa e lui usa questo tempo per tornare nella piazza dove lavorava e visitare il magazzino pieno di cianfrusaglie accumulate in una vita.
Note di regia: Quando conobbi Pasquale mi raccontò del suo modo di arrangiarsi, dei suoi piccoli reati e della repressione che subiva. Pensai che fosse condannato a infrangere qualche divieto per poter trovare il suo spazio come rompere qualche muro per poter accantonare le cose accumulate in una vita. Decisi di farne il vitale protagonista di un film divertente che mostri una condizione umana abusiva, illegittima ma (r)esistente.
ANTONIO DEGLI SCOGLI di Alessandro Gattuso Sinossi: Antonio Esposito è un uomo che vive sugli scogli di Mergellina dove ha costruito una baracca in cui dorme. Vive lì da molti anni, fisicamente malandato, cerca di sopravvivere come può combattendo contro le condizioni avverse del tempo e del vivere quotidiano mantenendo una propria dignità di essere umano; isolato ed emarginato vive nella speranza di rivedere i propri figli.
Note di regia: Quando conobbi Antonio da subito pensai che fosse un personaggio interessante. Un uomo che ha deciso di vivere ai margini sociali ma che nonostante tutto mantiene la dignità di essere umano. Un uomo in continua lotta con il suo passato, un’eremita che ha deciso di vivere su una scogliera difronte un molo di ricchi proprietari di yatch. Il film è un ritratto della quotidianità di Antonio, della sua capacità di arrangiarsi con poco e della sua forza d’animo che lo fa sopravvivere con dignità.
LA BARCA di Luisa Izzo Sinossi: A Napoli, all’Arenile Sermoneta, affacciati sul Vesuvio, sopravvivono alcuni tra gli ultimi maestri d’ascia del Golfo. D’estate, nel caos del centro città, lavorano alle imbarcazioni in legno da varare per la stagione estiva. Umberto Ciuffetti lì è di casa: cliente assiduo, non manca giorno che non passi dal cantiere a controllare l’avanzamento dei lavori alla sua barca, ma nessuno sembra ascoltare le sue richieste e portare avanti i lavori. Le sue giornate trascorrono così, tra attesa e arrabbiature con il capo cantiere Pino, fino a che, ad un tratto, il motivo del suo attaccamento alla barca diventa chiaro.Note di regia: Il fascino di un luogo che sopravvive al passaggio del tempo, dominato da regole antieconomiche in cui chiunque, me compresa, è libero di entrare e intrattenersi. Questo mi ha attratto nel mio incontro con cantiere e ho deciso di passarci del tempo e osservare quello che succedeva lì dentro.
Ho scoperto dinamiche di lavoro tutte particolari, ma quello che più mi ha colpito è stato Umberto che diversamente dagli altri clienti vedevo avere una cura particolarissima per la sua barca. Ho deciso così di raccontare la sua piccola storia.