Il Teatro Mercadante di Napoli apre la nuova stagione con Macbeth di Shakespeare, nella versione di Gianni Garrera, con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea, Claudio Di Palma ed Enzo Turrin, per la regia di Luca De Fusco; una co-produzione Teatro Stabile Napoli e Catania e Napoli Teatro Festival (repliche fino a dom. 13 Novembre).
A quattrocento anni dalla morte del Bardo, Macbeth è ancora uno delle tragedie più rappresentate al mondo. Scritta tra il 1605 e il 1608 essa racconta la vicenda di un vassallo di re Duncan di Scozia, che divorato dall’ambizione e dalla brama di potere instillatagli dalla profezia di tre streghe progetta e porta a compimento, incitato dalla consorte Lady Macbeth, l’uccisione del Re per salire al trono: ma la loro coscienza non reggerà il peso dell’atroce atto compiuto. «Questa edizione del Macbeth – dichiara Luca De Fusco – si pone come ideale prosecuzione del lavoro già avviato con Antonio e Cleopatra e Orestea, due spettacoli che si sono fortemente connotati nel senso della sperimentazione e della contaminazione tra linguaggi. Anche in questo caso il teatro si mescola con le installazioni video in modo ancora più complesso e variegato rispetto ai lavori precedenti. Ho cercato di lavorare ad uno stile meno monumentale e più visionario rispetto ai lavori precedenti assecondando la natura fantastica del testo, contrassegnato dal tema del sogno, del delirio, insomma dell’irreale.»
In effetti, la contaminazione tra linguaggio scenico e video (suggestive le proiezioni di Alessandro Papa), elemento distintivo dell’estetica di De Fusco, qui tocca livelli mai sperimentati, afferendo allo spettacolo una connotazione più cinematografica che teatrale. La bellezza estetica, dovuta anche all’impianto scenico di Marta Crisolini Malatesta, alle luci di Gigi Saccomandi, ai costumi di Zaira de Vincentiis e alla “colonna sonora” di Ran Bagno, tuttavia rischia di prendere il sopravvento su personaggi e situazioni, facendo perdere allo spettatore meno avveduto il vero senso del testo (peraltro tradotto mirabilmente, su una scala di registri linguistici diversi, da Garrera). Siamo all’antitesi del Teatro Povero teorizzato da Grotowskij, uno stile – questo – di grande cura per gli effetti, di grande gusto estetico, ma – forse – un tantino più algido. Bravi, comunque, gli interpreti: Luca Lazzareschi (Macbeth), Gaia Aprea (Lady Macbeth) e – tra gli altri – Claudio Di Palma (Macduff), Giacinto Palmarini (Malcom), Enzo Turrin (Re Duncun) e Paolo Serra (Banquo).