Alla Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni il 4° appuntamento con Beatscape, Festival Internazionale di Musica Indipendente, tema della serata l’incontro tra la musica sperimentale belga delle Blackie and the Oohoos e quella emergente campana di Tommaso Primo, operazione coraggiosa di incontro fra percorsi artistici diversi, per amplificare la ricerca e il fermento musicale che vive e abita la Campania e favorire così lo scambio culturale tra gli artisti emergenti italiani e stranieri. La rassegna Beatscape nasce nell’estate del 2011, per esplorare la contemporaneità del “suono d’arte”.
Dal pop rock all’elettronica, dalla musica sperimentale anni ’80 a quella dei giorni nostri, fino al cantautorato tout court. Diversi i nomi che hanno già calcato il palcoscenico di Beatscape: il gruppo pop rock romano Stag, l’artista salernitana Denise Galdo, la nippo-norvegese SiennÁ (paragonata a Bjork e Ryuichi Sakamoto), i Microlux, Le Rose e i Vidra, Luca Urbani e poi ancora, Claudio Domestico “Gnut”, la suggestiva Petra Jean Phillipson, i Salottica e molti altri.
L’intento della mediateca, raro esempio di reale impresa culturale, è quello di trasformare l’attuale rassegna in un festival della durata di tre giorni, dove possano incontrarsi etichette e produttori italiani e stranieri. L’introduzione della serata in questione è stata affidata ad un omaggio a Johnny Cash figura importante nell’ambito della musica popolare americana, mentre l’apertura del concerto del gruppo belga, è spettata al giovane Tommaso Primo, cantautore classe ’90 che ha fatto incetta di visualizzazioni in internet con il suo videoclip Gioia, singolo di punta del suo primo ep Posillipo interno 3 uscito l’anno scorso. Con la sua verve di improvvisatore e trascinatore Tommaso ha scaldato il pubblico fino a riuscire a farlo alzare su richiesta in standing ovation per fare una foto da inserire nella sua fanpage. Con le sue canzoni ricche di storie tra l’onirico e il reale racconta la sua personalissima esperienza di vita, di un ragazzo che nonostante la sua giovane età ha imparato presto a “sapè campà” e i suoi racconti in musica hanno una qualità musicale che denota un talento verace come verace è stata la sua risposta alla mia domanda – ma qual’è il tuo sogno? – non ho un cassetto, teng n’armadio pieno, battuta a parte, il mio sogno è diventare me stesso. E sì perchè dietro le tante sfaccettature che ognuno di noi si porta più o meno dentro o fuori c’è un nucleo centrale che pochi riescono a raggiungere, se non coloro che lo vogliono davvero perchè da quel nucleo pulsa un fuoco sacro inestinguibile che spinge alla ricerca, alla conoscenza, alla vera creazione artistica e non. Dalla gioia trascinante di Tommaso, dopo una breve pausa, alle atmosfere nordiche del gruppo belga che ha condotto il pubblico in un mondo opposto, fatto di toni dark e misterici, in un immaginario etereo e rarefatto, scaturito da riff di chitarra e dalle voci spettrali e sfuggenti delle due interpreti femminili, che sono riuscite comunque nel loro intento ipnotico del pubblico in sala.
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