«Il progresso e la modernità non hanno per nulla scalfito la diffidenza dei potenti nei confronti delle arti» da Il naufragio di Sostakovic di Giorgio Ferrari
Nell’ambito del Campania Teatro Festival, presso la Villa Floridiana Teatro Grande, è andato in scena lo spettacolo Gli occhiali di Sostakovic, testo e regia di Valerio Cappelli con Moni Ovadia, artista poliedrico, portavoce della cultura yiddish, musicista, attore, regista e da tempo attivista per i diritti umani affiancato dalla polistrumentista Giovanna Famulari.
Le capacità e la duttilità interpretativa di Ovadia, calzano a pennello nello descrivere un personaggio così tormentato come il grande musicista russo Dimitri Sostakovic (San Pietroburgo 1906-Mosca 1975) che visse durante il periodo staliniano con la paura di essere arrestato e deportato nei gulag. Infatti lo stesso dittatore lo aveva attaccato dalle pagine della Pravda per la sua opera Lady Macbeth nel distretto di Mcensk. L’articolo anonimo definiva l’opera caotica, apolitica e pervertita e Stalin al termine della rappresentazione al Bolsoj nel 1936 non lo invitò nel suo palco, come abitualmente faceva.
Valerio Cappelli, fine giornalista e drammaturgo, ripropone attraverso un potente testo narrativo, costituito dalla lettura approfondita di documenti e lettere, le vicende inquiete ed irrisolte del grande musicista la cui iconografia lo mostra con spesse lenti da miope sostenute da una nera montatura , curvo e in atteggiamento obbediente e servile ai dettami di un’ideologia che opprimeva il suo genio creativo e gli slanci verso un’esistenza vera e semplice.
Tutta la sua vita è stata infatti vissuta con una perenne contraddizione: celebrato come amico del popolo e bollato come nemico del regime, Sostakovic ebbe onori , gloria, funerali di Stato ma anche paure, timori, incomprensioni con chi abitava o frequentava i palazzi del potere della Russia sovietica.
Ecco cosa ha detto Valerio Cappelli in alcune note di regia: “ Sostakovic è il compositore più decorato e frainteso, più premiato e minacciato ma non è mai stato un fantoccio dell’establishment: è stato sì profondamente sovietico e ha sempre assecondato il suo fiuto artistico in una continua sfida, senza paura di scrivere una musica inusuale. E i compromessi non tolgono nulla alla sua grandezza, la cui essenza è immaginifica. La sua vita è un cortocircuito drammaturgico. Non era facile vivere , allora, certe notti e certe albe. Dormiva con la valigia aperta sotto il letto, temendo di essere arrestato da un momento all’altro ed ebbe i funerali come un eroe di Stato”.
Ovviamente gli interrogativi che sottendono alle vicende di Sostakovic restano gli stessi di sempre a causa di problematiche che appartengono anche ai nostri giorni e rimandano alla Russia governata con spirito intransigente e dittatoriale da Putin. Quali rapporti intercorrono tra arte e potere? L’arte può essere censurata e il genio creativo imbrigliato? Il potere può e devi servirsi dell’arte per alimentare la propaganda di regime?L’artista deve essere un individuo libero da condizionamenti ideologici e strategie comunicative di sorta?
Moni Ovadia nel suo libro Perché no? L’ebreo corrosivo afferma che «La domanda è una delle basi che sostengono la cultura e che essere umano è colui che sa porre domande e non chi dà risposte perché chi le pone apre alla produzione di senso, apre al futuro, dà alle generazioni a venire la possibilità di intervenire e di esistere. Perché la domanda è quella che apre la questione, sollecita una risposta anche su questioni già apparentemente chiuse: si trova sempre una nuova domanda».
Ed ecco il grande merito di questo spettacolo: stimolare la riflessione e invitare gli spettatori a porsi sempre in una posizione di ascolto critico e propositivo e capace di formulare domande.
Noi di Mydreams quando pensiamo a Sostakovic ne ricordiamo i brani più celebri: il Valzer n°2 , utilizzato da Stanley Kubrick in Eyes Wide Shut e per il blu carpet degli artisti che sfilano al Festival di Giffoni Valle Piana e la Sinfonia Leningrado n°7 Op. 60 diventata il simbolo dell’assedio tedesco della città ordinato da Adolf Hitler durante la Seconda guerra mondiale.
Calendario spettacoli:
5 e 6 luglio 2023 ore 21.00 Terme di Caracalla Roma