Al teatro Bellini di Napoli, gli straordinari Maria Paiato, Franco Castellano e Maurizio Donadoni, diretti da Franco Però, si affrontano su un palcoscenico/ring, portando in scena “Play Strindberg”, in programma fino al 10 dicembre.
L’opera nasce nel 1969 al Teatro di Basilea. Lo scrittore, drammaturgo e pittore svizzero Friedrich Dürrenmatt, che in quel periodo curava la direzione artistica del teatro, insoddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti del testo dell’autore svedese, decide di elaborare un adattamento sul modello di Danza Macabra di Strindberg. Il risultato è quello di una pièce, oggi divenuta un classico, che conserva la sua essenza originale, in cui la giusta dose di ironia e sarcasmo – caratteristica della scrittura di Dürrenmatt – la rendono straordinariamente attuale.
Sul ring/palcoscenico di Play Stridberg, al centro di una grottesca analisi familiare, tre sono i boxer/personaggi (Maria Paiato Alice, Franco Castellano Edgard e Maurizio Donadoni Kurt) che si uniscono in un incontro di undici riprese intervallate da un gong,
Una lotta coniugale, quella tra Edgard e Alice, in cui le loro frustrazioni, trovano sfogo in taglienti dialoghi intrisi di rabbia e rancore. Edgard è un capitano di artiglieria che non è riuscito a diventare maggiore, Alice, invece, un’ex attrice che ha abbandonato la sua carriera. I due sono sposati da venticinque anni. Un matrimonio che i due vivono come due carcerieri chiusi in una torre, dove l’unica via di fuga è la morte. Sarà il cugino Kurt, accusato di aver unito la coppia in passato, a divampare ancora di più la fiamma di odio e disprezzo tra i due coniugi.
«Dürrenmatt si prende gioco di noi– commenta il regista Franco Però – della nostra vita famigliare, con tutte le armi che gli sono proprie, il sarcasmo, l’ironia che trascolora nel grottesco, il giusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio e lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza Macabra e riscrivendolo da quel grande costruttore di storie teatrali qual è. Il riso e il pugno allo stomaco, il sorriso e l’amarezza si alternano continuamente su questo palcoscenico, riportando davanti agli occhi dello spettatore gli angoli più nascosti di quel nucleo, amato od odiato, fondamentale – almeno fino ad oggi…- della nostra società: la famiglia».
Play Strindberg è un’eccellente opera dal respiro contemporaneo, in cui la regia di Franco Però, le scene Antonio Fiorentino, le luci Luca Bronzo, i costumi di Andrea Viotti e le musiche Antonio Di Pofi, si uniscono a rendere ancora più di impatto l’interpretazione e la professionalità di Maria Paiato, Franco Castellano e Maurizio Donadoni.