Un’esilarante e istrionico Stefano Sarcinelli in Affabulescion, in scena al teatro Sancarluccio di Napoli fino al 17 gennaio, accompagnato dalla sua simpaticissima band composta da Ugo Gangheri, Principe (Antonio De Carmine) e Carletto Di Gennaro protagonisti anche loro non solo musicali dello spettacolo.
Il comico inizia il suo show con una disquisizione sulla “Parola”, scritta, letta, in prosa whatsuppata o poeticizzata , e per l’occasione dedica una surreale metaforica poesia post-mortem all’amico di sempre presente in sala Francesco Paolantoni, seguendo la moda di oggi di dedicare sui social poesie per tutti i deceduti famosi. “Ma poi questa poesia chi la comprende in realtà? E come mai ne ricordiamo solo i versi iniziali” si chiede, e poi “come mai Dante, Petrarca li ricordiamo mentre Maria De Filippi la chiamiamo per nome e cognome?”.
I tempi sono cambiati in peggio, e all’uso della parola oggi si è sostituito l’emoticon; proprio su questa strana creatura l’attore chiede al pubblico di intervenire: qual è l’emoticon più utilizzato nell’anno appena trascorso?”. Seguono considerazioni sul passaggio dal segno grafico all’uso simbolico del segno per esprimersi stravolgendo così millenni di storia e di passi avanti dell’umanità.
C’è posto per gags musicali e per la parodia di Masterchef che per l’occasione diventa Song Chef, dove gli ingredienti che danno vita alle canzoni eseguite dalla band, diventano note musicali e parole. Buono il personaggio finto imprenditore, il Signor Farlocco, che ha fatto da sponsor dello spettacolo proprietario del biscottificio omonimo venuto a presentare i suoi prodotti. Conclude con uno sprint finale il disoccupato cinquantenne che come ultima alternativa al suicidio avrà da cucinare un’ottima genovese per i suoi amici con la speranza di poter ottenere un aiuto per la ricerca di un nuovo lavoro.
Un buon mix di comicità e musica che apre anche la possibilità di spunti e riflessioni sulla vita.