Ci saluta Manlio Sgalambro, il filosofo di Battiato, paroliere, scrittore, poeta e cantautore italiano.
Aveva scritto anche i testi di famose canzoni per bambini:«Madama Dorè» e «Fra Martino campanaro» è noto al grande pubblico per la collaborazione con il cantautore Franco Battiato.
La sua opera filosofica è stata di orientamento nichilista, influenzata da pensatori come Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran. Sgalambro non aveva titoli né lauree per i biglietti da visita: come sia riuscito a diventare uno scrittore di filosofia, i cui libri sono tradotti in francese, tedesco e spagnolo, è un mistero che egli stesso stentava a spiegarsi.
Nel 1945 inizia a collaborare alla rivista catanese Prisma (diretta da Leonardo Grassi): il primo scritto è Paralipomeni all’irrazionalismo. Dal 1959, assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico Incidenze (fondato da Antonio Corsano). Inizia poi a scrivere anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio Silone). A poco più di mezzo secolo di vita Sgalambro pubblica il suo primo libro, La morte del sole, successivamente pubblica anche: Trattato dell’empietà, Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell’indifferenza in materia di società, La consolazione, Trattato dell’età, De mundo pessimo, La conoscenza del peggio e Del delitto.
All’inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania, la “De Martinis”. All’interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica, pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica) e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda.
Nel 1993 il caso volle l’incontro con Franco Battiato, perché presentano insieme un volume di poesie dell’amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi giorni dall’ incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto dell’opera Il cavaliere dell’intelletto ed a partire dal 1994 fino ad oggi ha collaborato a quasi tutti i progetti di Franco Battiato