«Non basta essere un autore di bestseller, devi lottare contro le ingiustizie che denunci nei tuoi libri» . Dominique Lapierre
Si è spento all’età di 91 anni per cause naturali, lo scrittore e filantropo francese Dominique Lapierre.
Nato a Chatelaillon, in Francia nel 1931 da una famiglia di diplomatici, aveva trascorso a Parigi tutta la sua giovinezza. Diventato corrispondente di Paris Match per ben quattordici anni in l’Unione Sovietica e in India è stato autore di bestseller internazionali ( alcuni scritti con Larry Collins, scomparso nel 2005),vendendo oltre 50 milioni di copie. Ecco i titoli di alcuni volumi di successo: La città della gioia, Parigi brucia? Più grandi dell’amore, Mezzanotte e cinque a Bhopal, India mon amour dai quali sono stati anche tratti film campioni di incassi. Il primo titolo ha ispirato l’omonimo film del 1992 per la regia di Roland Joffé, musiche di Ennio Morricone con gli attori Patrick Swayze e Pauline Collins. Parigi brucia? invece è del 1966 per la regia di René Clément con Jean Paul Belmondo ,Charles Boyer, Jean Pierre Cassel (il padre di Vincent ex marito di Monica Bellucci), Alain Delon, Kirk Douglas, Glenn Ford. ( E scusate se è poco!).
Con la moglie aveva fondato l’Associazione Action pour les enfants des lépreux de Calcutta con il sostegno di Madre Teresa alla quale ha devoluto la metà dei suoi diritti d’autore ,compresa la vendita di alcune sue proprietà, per finanziare scuole e per contrastare la lebbra e la tubercolosi.
Nelle pagine finali di ogni suo libro, raccomandava i lettori di sostenere tale Associazione con tanto di conto corrente.
L’annuncio della sua morte lo ha dato sua moglie Dominique Conchon-Lapierre, al quotidiano Var Matin con queste semplici parole: «Sono in pace e serena perché ormai Dominique non soffre più».
Il suo grande amore per l’India gli valse nel 2008 la medaglia Padma Bhushan per le azioni svolte a favore dei più poveri .
Dominique Lapierre è stato uno straordinario scrittore ed un testimone del nostro tempo.
Celebre la sua frase tradotta da un proverbio indiano: «Tutto ciò che non viene donato va perduto».
La sua profonda sintonia con il pensiero di Madre Teresa di Calcutta fondatrice delle Missionarie della Carità lo hanno elevato da scrittore a filantropo perché si è fatto carico delle sofferenze e del dolore degli altri.
«Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno». (Madre Teresa)