Ieri, 19 gennaio 2016, si è spento uno dei maestri del cinema italiano: Ettore Scola. E si è concretizzato così quello che diceva Mastroianni nella Terrazza: «Io credo che le epoche si chiudono così: all’improvviso».
Scola ha sicuramente ‘buttato i suoi 84 anni di vita, facendone il migliore degli usi’. Entra nella redazione del giornale satirico Marc’Aurelio giovanissimo, collaborando fin dagli esordi con Federico Fellini.
Il suo sguardo da regista Ettore lo scopre a 20 anni, dopo aver essere entrato nel mondo del cinema come sceneggiatore lavorando a “Un americano a Roma” di Steno a “Il sorpasso” e “I mostri” di Dino Risi e per i più importanti film di Antonio Pietrangeli “Adua e le compagne” e “Io la conoscevo bene”.
L’esordio alla regia avviene per caso insieme con Ruggero Maccari per la pellicola «Se permettete, parliamo di donne».
Da qui tutti lavori che non hanno fatto altro che consacrarlo come uno dei massimi autori che, lungometraggio dopo lungometraggio, mostrando le nostre paure e le nostre debolezze è riuscito a superare qualsiasi limite della commedia all’italiana.
Molti considerano “C’eravamo tanto amati” il suo capolavoro assoluto, personalmente non riesco a ricordare com’ero prima di aver visto “Brutti, sporchi e cattivi”, “Una giornata particolare” e “La Terrazza” e penso che chiunque ami il cinema di Ettore Scola molto spesso cerchi risposte in uno qualsiasi dei suoi film come anche “La famiglia”, “Ballando ballando” e “La cena”.
Inutile citarli tutti, bisogna vederli: che siate grandi cinefili o meno non importa.
Siamo abituati oramai ai lutti pubblici nell’era di fb e twitter, ma con Ettore Scola il discorso è diverso. Nessun boom mediatico, solo pochi amici delle storie e dei personaggi del regista non hanno resistito a ricordarlo guardando un pezzetto qualsiasi di uno dei suoi tanti capolavori per sentirlo vicino ancora una volta.
Utilizzo anche io un frammento di “Una giornata particolare” che ho avuto bisogno di rivedere per ricordarmi che la vita, qualunque sia, vale sempre la pena di essere vissuta e dire ad Ettore che la cosa che mi peserà di più sarà la sua mancanza.
Fortunatamente Ettore Scola ci lascia dei capolavori che rivedremo sempre come fosse una prima volta, ancora una volta. Con Ettore Scola non ci sarà mai un’ultima volta.