Il mondo della musica è in lutto; si spengono le sublimi corde di Roberto Ciotti, apprezzatissimo chitarrista del blues, in tutta Europa. Un uomo semplice, che ha sempre rifiutato l’idea di “passare” per un divo; una persona attenta, entusiasmato dal ritmo musicale, che ha scelto di comporre innovazioni in maniera continua, prima ancora, decisamente appassionata.
Dell’artista annoveriamo collaborazioni d’importante rilievo; le sue note hanno accompagnato pezzi di elevato calibro come “Alice non lo sa” di Francesco de Gregori, Edoardo Bennato in “Burattino senza fili”, ancora prima, la collaborazione con Antonello Venditti che gli fece da produttore per l’uscita del suo primo importante, lavoro discografico.
“La musica deve essere gratis”, questo il motto che da sempre ha rappresentato il filo conduttore tra Roberto e la sua più infinita dedizione. Roberto Ciotti nasce dal gruppo folk studio di Roma da dove hanno cominciato grandi nomi della musica italiana. A sessant’anni ci sta lasciando un artista che non ha mai ricercato nella sua professione un mezzo attraverso cui mostrarsi. Sul palco è apparso unicamente inclìne al suono, non molto disponibile invece alla scena ed ai giornali.
I suoi lavori musicali si inseriscono tra i grandi pezzi del genere blues, a partire da Blue Morning del 1973 a Bluesman datato nel 1979 fino a Troubles & Dreams del 2010 ed Equilibrio precario, ultimo lavoro discografico appena concluso. Uno strumentista che amava comporre e rinnovarsi, apprezzato in tanti paesi dell’estero, primo fra tutti il Brasile, acclamato oltretutto per aver dato enfasi a due produzioni cinematografiche di importante rilevanza, definendone le colonne sonore. Marrakech e Turnè, entrambi della regia di Gabriele Salvadores. Se ne va una personalità estrosa e di ampia fantasia, un genio raro, una chitarrista rinomato che non potrà più regalarci l’immagine di sogni prodotti dalle sue melodie vibranti.