«Sono uno scrittore che non ha mai superato la linea del successo vero. E come diceva Ennio Flaiano mi considero un minore interessante»
È morto questa notte all’Ospedale Santo Spirito di Roma Raffaele La Capria , una delle voci più significative della letteratura italiana del ‘900 ed esponente di quella Napoli nobilissima a cui tutti noi partenopei vorremmo appartenere.
Nato il 3 ottobre del 1922 ,vedovo della grande attrice Ilaria Occhini e amico fraterno di Giorgio Napolitano, avendo frequentato entrambi il prestigioso Liceo Umberto, oltre che scrittore di romanzi è stato giornalista, collaboratore di diverse riviste e quotidiani nonché condirettore della rivista letteraria Nuovi argomenti. Degna di rilievo anche la sua attività di sceneggiatore per il film Mani sulla città (1963) e Uomini contro (1970) di Francesco Rosi e Ferdinando e Carolina (1999) di Lina Wertmuller.
Ecco i titoli dei suoi romanzi più famosi: Un giorno di impazienza (1952), Amore e psiche (1973), La neve del Vesuvio (1988), L’amorosa inchiesta (2006) ma il suo capolavoro resta Ferito a morte con il quale vinse nel 1961 il prestigioso Premio Strega.
Egli stesso raccontava così il suo amore per la letteratura: «L’idea della scrittura mi è nata un giorno da ragazzino, mentre tornavo a casa da scuola attraversando la Villa Comunale di Napoli. Ad un tratto un canarino si staccò da un albero per posarsi sulla mia spalla. Fu un attimo di profonda emozione e poi l’uccello volò via. Da quale emozione ero stato colpito? Mi resi conto che soltanto attraverso le parole avrei potuto descrivere agli altri quello che avevo provato in quel momento. Per trasmettere un’emozione non è necessario essere emozionati ma bisogna scegliere bene le parole ed ordinarle tra loro come un generale dispone le sue truppe per vincere una battaglia».
E in che modo sublime Raffaele la Capria ha scelto le parole ed ha saputo incastrarle fra loro per arrivare ad uno stile puro ed essenziale, scarno e verace.
Per avere una controprova basti guardare all’ intero corpo della sua opera condensata nei Meridiani Mondadori curati da Silvio Perrella.
Noi di Mydreams abbiamo avuto l’onore di incontrare il grande scrittore alla soglia dei novant’anni per una ristampa di Ferito a morte. Un po’ curvo sotto il peso degli anni, leggermente claudicante sebbene portasse con sé un bastone, vestito con pantaloni di velluto a coste, giacca di lana quadrettata e cravatta rossa, lesse alcune pagine del suo romanzo più famoso con voce ferma e squillante. Disse che Napoli è una città che stimola domande ed affascina nonostante la tangibile decadenza. I luoghi più amati da Posillipo ai Bagni della Regina Elena, dalla Villa Comunale alla Gaiola,i suoi luoghi dovevano essere preservati per le nuove generazioni… Il mare, il fascino del mare come Ulisse dai balconi traforati dell’antico Palazzo Donn’Anna…
I funerali di Raffaele La Capria si terranno domani, martedì 28 giugno nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, in Piazza Sant’Ignazio a Roma.