Domani 16 aprile esce il sesto album di inediti del cantautore e rapper Lauro De Marinis in arte Achille Lauro dal titolo L A U R O. Pur emergendo dall’underground rap, si è evoluto come artista fortemente eclettico e capace di suscitare giudizi contrastanti da parte del pubblico e della critica. Ha preso parte a tre edizioni consecutive del Festival di Sanremo, le prime due in gara con i brani Rolls Royce (2019) e Me ne frego (2020) arrivando rispettivamente al e poi come ospite fisso all’ultima edizione con i suoi discussi quadri musicali. Lauro ha omaggiato nell’ordine: il glam rock esibendosi con l’inedito Solo noi, il rock and roll con Bam Bam Twist in un’esibizione tributo a Mina, il pop sulle note di Penelope eseguito insieme a Emma Marrone, il punk rock con i due brani presentati a Sanremo e infine la musica classica con C’est la vie di cui ha realizzato anche una versione con Fiorella Mannoia.
Vanity Fair gli ha dedicato la copertina del numero 10 del 3 marzo scorso pubblicando una sorta di lettera dove lo stesso Lauro cerca di spiegare perché suscita scandalo ogni sua apparizione. Ne trascriviamo alcuni passaggi: «Per me non conta solo pensare. E cambiare. E non essere etichettato, non essere ridotto all’idea di qualcun altro. Io faccio tutto questo per non venire banalizzato dentro uno stereotipo. Immagino, intuisco. Disegno la mia diversità.[…] Ho imparato una cosa importante. Essere folle. La follia è avere il coraggio di scegliere un percorso fuori dall’ordinario […] Non vado in televisione con il freno tirato . Io penso che nella vita bisogna essere davvero spericolati se si vogliono davvero cambiare le cose».
Grande attesa dunque per l’uscita di questo nuovo album di inediti che è stato così annunciato su Instagram da un Achille Lauro fotografato in una bara di vetro: «Per chi ha scelto di essere e di goderne. Per chi se ne frega. Per chi ha conosciuto la fine e della fine ha fatto il suo nuovo inizio. Per tutti gli incompresi, come lo siamo noi», condividendo con i fan i titoli dei 13 brani che fanno parte dell’album: Prequel, Solo noi, Latte+, Marilù, Lauro, Come me, Femmina, A un passo da Dio, Generazione X, Barrilete cosmico, Pavone, Stupide canzoni d’amore, Sabato sera.
Non vi nascondiamo che noi di Mydreams abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione dell’album con una certa curiosità.
Puntuale, con i capelli mesciati di biondo, vestito con una camicia verde oliva e con alle spalle una gigantografia della copertina dell’album Achille Lauro ci tiene a presentare da solo e da subito la sua ultima fatica: «Mi dispiace non vederci dal vivo. É stato ed è un anno difficile. Siamo tutti chiusi nelle nostre case. Ho cercato di fare in questo disastro qualcosa di buono. Ho scritto più di cento brani e volendo avrei potuto fare 2 o 3 album. Tutti i miei progetti nascono spontaneamente seguendo le mie sensazioni. Io fotografo parti di me che inserisco nelle mie canzoni. Tutto è molto complesso perché do importanza ai dettagli, ad ogni singolo dettaglio. Prima di far uscire qualcosa di mio, lo sottopongo ad un’attenta valutazione e mi chiedo sempre se quello che faccio sia buono, notevole. Alle mie spalle vedete la copertina del disco che è minimalista. C’è una foto che mi ritrae pensoso con la chitarra e in alto c’è l’impiccato di un gioco per bambini e, in stampatello, le lettere che compongono il mio nome L A U R O in nero fatta eccezione per la O che invece è di colore rosso. La O rappresenta un errore, come quando la maestra alle elementari ti sottolinea con la penna rossa un errore. Ciascuna lettera rappresenta un genere musicale come ho spiegato altre volte( N.d.r. Vedi inizio articolo). La musica per me ha qualcosa di molto profondo. In ogni brano ci sono dei concetti e dei valori che rappresentano il mio mondo. Ogni canzone può avere anche un colore, l’importante che tu lo veda e lo percepisca nella tua mente. Amo quello che faccio e non voglio essere giudicato se vesto Gucci o abiti di altri stilisti. Amo il mio lavoro che poi è un lavoro di squadra. Sono affezionato al mio manager Angelo Falconi e a tutti coloro che lavorano con me. Non lo faccio, non lo facciamo per i soldi. Ci reputiamo artigiani della musica e siamo orgogliosi per questo pensando anche di poter fallire. Quando scrivo non lascio nulla al caso e mi rendo conto che tutto questo è difficile da far capire alle persone. Questo disco nasce in modo del tutto spontaneo. Io guardo al futuro sognando e al passato con malinconia. Per me è difficile vivere il presente e vi chiedo di avere cura della mia musica. Spesso mi sono sentito chiedere se il mio personaggio sovrastasse la mia musica. Non penso. Mi annoio a fare le stesse cose. Non sono andato a Sanremo per promuovere il mio album. Molti lo avrebbero fatto. Ho pensato di portare a Sanremo qualcosa di bello, di nuovo. Non potrei mai ritornare ad essere quello che ero. Sono un grande sognatore e tutti si possono identificare nella mia vena introspettiva. Vorrei parlarvi di due brani, anticipando quello che mi chiederete. Generazione X parla di questa generazione, molto simile per alcuni versi a quelle degli anni 60/80. Oggi non si crede in Dio, non si crede più nel matrimonio e c’è una forte dipendenza dalla tecnologia. Nel brano io parlo di questo e del fatto che i giovani non sanno più chi vogliono essere, cosa vogliono diventare. In Femmina parlo del maschio che si nasconde dietro una presunta virilità. Per alcuni bisogna diventare uomini ad ogni costo, mentre il più delle volte la donna viene vista come qualcosa di estraneo se non addirittura una divinità. Io ho capito invece da subito chi volessi diventare anche in una città come Roma e per questo devo ringraziare il mio quartiere e le persone più grandi di me che ho frequentato”.
Achille Lauro poi risponde alle domande della stampa.
La tua esposizione mediatica ha favorito la discussione sul maschilismo tossico?
«Sono vicino a queste tematiche ma soprattutto a quelle che riguardano tutti i diritti umani. Ci troviamo in un momento di transizione e se imprigioniamo le persone nei recinti ci facciamo tutti del male».
Quale pensiero costante sorregge le tue provocazioni?
«Non ho mai pensato di intraprendere una battaglia sociale con le mie canzoni. Mi reputo una persona tormentata. E vado contro l’indifferenza. Le canzoni nascono di getto, sono spontanee e cerco di fermare delle sensazioni che poi condivido con chi ascolta la mia musica che può avere diverse chiavi di lettura».
Chi è per te Leandro Manuel Emede?
«É una persona di grande cultura, un esteta che comprende i miei gusti. Si è ben integrato nel gruppo di lavoro dove ognuno può esprimere liberamente la propria opinione».
Tu ami molto l’arte. Ci puoi segnalare un film, una canzone e un libro che ti hanno cambiato la vita?
«Non ne esiste uno solo! Sono stato influenzato da tante cose come del resto ognuno di noi. L’ispirazione viene da tutto. Penso ai romanzi distopici, al regista Christopher Nolan. Niente nasce dal niente. Noi siamo un frullato di tutto».
Renato Zero ha detto che la “Stravaganza ancora brilla”. Sei d’accordo?
«C’è un solo Renato Zero come c’è un solo Achille Lauro. Non si può fare alcun paragone. Amo come Renato le periferie e cerco di aiutare concretamente le persone che vivono ai margini. Ma questo fa parte del nostro privato e non bisogna dirlo».
Quale canzone ti rappresenta di più?
«Grazie al successo sono libero. Non so indicare una singola canzone che mi rappresenti appieno. Quando le riascolto torno al momento in cui le ho scritte e rivivo tutto, nei minimi particolari. Tutte le mie canzoni sono momenti intimi, personali, legati alla mia vita e alle mie esperienze».
Perché hai sempre questo tormento interiore?
«Mi metto sempre alla prova. É un qualcosa che appartiene al mio carattere. Il mio processo creativo è complesso ma spontaneo, come dicevo prima. Vivo cercando di costruire qualcosa. Tutto quello che faccio è relativo al futuro perché per me non esiste il presente».