Accademia del doppiaggio : Una scuola dove nascono veri talenti
I doppiatori Christian Iansante e Roberto Pedicini, dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno, il primo di vita della sede napoletana della loro Accademia del Doppiaggio, raddoppiano i corsi a Napoli. Quest’anno ci sarà anche un corso base oltre a quello riservato ai professionisti.
Come nasce questa idea?
Questa idea ci è venuta lo scorso anno notando come il numero degli ammessi al corso a Napoli è stato basso rispetto alla grande affluenza che abbiamo registrato ai provini. Abbiamo quindi voluto dare la possibilità a tutti, anche a quelli che mai hanno avuto rapporti con il mondo artistico, di acquisire le basi tecniche per svolgere il mestiere di doppiatore grazie ad un corso base.
Abbiamo voluto fortemente una sede dell’Accademia a Napoli perché è una città che accoglie tantissimo e che ci fa sentire sempre a casa con il suo calore, con la sua poesia, con la sua nostalgia. Come il Brasile è festosa e nostalgica ad un tempo ed è la culla dell’arte per eccellenza. Siamo stati accolti in maniera eccezionale e siamo felici di offrire un qualcosa di nuovo quest’anno.
Come considerate la situazione dei lavoratori dello spettacolo a causa del Covid?
I lavoratori dello spettacolo in questo momento stanno vivendo veramente una grandissima difficoltà; quando si pensa al lavoratore dello spettacolo immaginiamo sempre gli attori e le attrici famose ma lavoratori dello spettacolo sono tutte quelle persone che fanno sì che questo sogno si realizzi. Adesso pian pianino stanno ricominciando le produzioni con tutte le mille cautele del caso e quindi vedremo che cosa accadrà. Non ci siamo liberati del tutto di questa pandemia. Vediamo se ci saranno ancora delle condizioni possibili proprio per tornare a lavorare con l’entusiasmo che avevamo prima anche perché immaginare delle storie condizionate in qualche modo da minori contatti è molto difficile.
Non solo i gradi maestri Iansante e Pedicini ma anche alcuni allievi della scuola diventano grandi doppiatori come la napoletana Sara Imbriani.
Come è nato in te il desiderio di diventare doppiatrice?
Da piccola ero una bambina iperattiva e curiosa, che si divertiva a imitare personaggi visti in film, telefilm o cartoni. Amavo recitare e quindi i miei genitori mi iscrissero ad un corso di teatro, solo che ero estremamente timida e non amavo l’idea di apparire. Quindi purtroppo non mi sono mai sentita davvero a mio agio sul palcoscenico. Qualche anno dopo però, ho scoperto il mondo del doppiaggio ed ho trovato la mia dimensione. Il mio piccolo mondo nascosto in cui avrei potuto essere chiunque.
Ci racconti l’esperienza con l’Accademia del Doppiaggio?
L’Accademia del Doppiaggio è stata fondamentale per me e per la mia crescita personale e lavorativa. Avevo 19 anni quando ho frequentato il corso. Una volta a settimana prendevo il treno la mattina presto per arrivare a Roma. La mattina andavo ad assistere ai turni, il pomeriggio andavo a lezione e la sera tornavo a casa a Napoli stanca ma soddisfatta. È stata una grande sfida per me, ma mi ha aiutata a rendermi conto della mia determinazione.
Ricordi la tua prima esperienza in sala di doppiaggio?
La mia prima esperienza lavorativa la ricordo come se fosse ieri. Fui diretta dalla prima persona che ha creduto seriamente in me, Christian Iansante. La notte prima del turno non riuscii a chiudere occhio. Ero emozionata e convinta che mi sarei svegliata raffreddata o senza voce. Il giorno del turno ero davvero agitata e convinta che proprio per colpa di quell’agitazione avrei fatto qualche errore imperdonabile. Invece una volta entrata in sala ricordo solo il ‘buona la prima’ detto da Christian, la giardiniera che interpretavo ed il sorriso a 32 denti che non riuscivo a togliermi dalla faccia.
Cosa ti piace di più del mondo del doppiaggio e cosa cambieresti?
È un mondo che amo. Ma come tutte le cose, ha le sue negatività. È un settore molto competitivo dove purtroppo non sempre il merito e il talento, vincono sulla ‘furbizia’ e sulla faccia tosta. Bisogna imparare a costruirsi una corazza, e andare dritti per la propria strada a testa alta! Senza demoralizzarsi e farsi buttare giù da niente e nessuno. Non so cosa cambierei… mi sarebbe piaciuto vivere il doppiaggio di una volta, quello di cui i miei colleghi parlano con gli occhi che brillano. Quello in cui c’era il tempo per insegnare veramente ad un attore come fare questo lavoro e mai la fretta di dover consegnare.