Il Palazzo Roverella di Rovigo ha recentemente inaugurato una grande retrospettiva dedicata interamente a Robert Doisneau, a cura di Gabriel Bauret.
La mostra, visitabile fino al 30 gennaio 2020, racconta il modo tenero e leggero del maestro francese di osservare il mondo, attraverso 130 fotografie /stampe ai sali d’argento e in bianco e nero scattate tra gli anni Trenta e la fine degli anni Cinquanta) che ne mostrano il suo lato più intimo e malinconico: un cacciatore di emozioni attento alla composizione e al controllo dell’immagine come per il bacio parigino dei due innamorati tra i passanti davanti all’Hotel de Ville. Il suo occhio era infatti puntato sulla vita della gente comune, le periferie della capitale, i bambini, le portinerie, i bistrot, i lavori più umili, i partigiani e la liberazione di Parigi. L’artista non si avvicina mai troppo ai volti e non sovraccarica l’immagine ma creare l’illusione che scene inventate di sana pianta siano invece frutto di un incontro inatteso, per non dire del caso.
Le fotografie non seguono il filo cronologico, ma procedono per temi e provengono dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge dove il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni. Ad affascinare sono in particolare gli scatti dei bambini che giocano. Intense sono poi le foto sulla Liberazione di Parigi, con i soldati della Resistenza in posa oppure il lancio di volantini in strada.