Il Teatro Acacia di Napoli ospita A che servono questi quattrini fino al 5 febbraio prossimo.
La nota commedia scritta da Armando Curcio e rappresentata per la prima volta nel 1940 dalla Compagnia dei Fratelli De Filippo con grande successo di pubblico e di critica, viene riproposta per la regia di Andrea Renzi e si avvale del seguente gruppo di attori: Nello Mascia, Valerio Santoro, Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca, Ivano Schiavi.
Le vicende sono note. Un anziano marchese finito in povertà per aver dilapidato i beni di famiglia, Eduardo Parascandalo (Nello Mascia),trascorre il tempo a divulgare la sua filosofia di vita secondo la quale il denaro è inutile e dannoso e che gli uomini non devono lavorare per dedicarsi alla contemplazione e al riposo.
Tra i suoi seguaci c’è Vincenzo Esposito (Valerio Santoro), un povero tornitore che vive con sua zia Carmela( Salvatore Caruso).Egli aspira alla mano di Rachelina (Loredana Giordano), sorella di Ferdinando De Rosa (Ivano Schiavi), proprietario di un rinomato pastificio che, per ovvie ragioni, è contrario a queste nozze.
Il marchese con la complicità di Marchetiello (Fabrizio La Marca), un suo fedele servitore, mette in circolazione la notizia che Vincenzo ha ereditato una cospicua somma di denaro da un lontano parente.
Il marchese riuscirà a dimostrare la validità della sua teoria ovvero che non è importante essere realmente ricchi ma farlo credere agli altri e scalare così la piramide sociale e diventare persone rispettabili e degne di fiducia?
Lo spettacolo ben recitato e diretto fa risaltare il messaggio contenuto nella commedia che si può riassumere in poche parole: il denaro non fa la felicità ma anzi svilisce la persona che lo possiede e rimanda al concetto di lavoro ‘a fatica.
In un’epica come la nostra segnata dal dio quattrino, dove le persone cambiano repentinamente il loro atteggiamento nei nostri confronti se sono convinti o portati a credere che abbiamo un cospicuo conto in banca e che nessuna bolla finanziaria potrà mai mettere in discussione questa presunta certezza, il testo della commedia risulta vincente.
Le scene di Luigi Ferrigno contribuiscono ad esaltarne i toni come altresì la recitazione di un attore navigato quale è Nello Mascia che si avvale dell’amicizia con Andrea Renzi nel costruire un Eduardo Parascandalo credibilissimo nella vivacità di battute nel rispetto rigoroso dei tempi comici teatrali.
Il resto della Compagnia si dimostra ben affiatata ed obbediente alle scelte del regista che tende in tutti i modi ad attualizzare A che servono questi quattrini, un classico della commedia napoletana con la quale si sono cimentati anche i grandi fratelli Giuffre’ e gli stessi fratelli De Filippo affiancati da Paolo Stoppa e Clelia Matania nel film omonimo del 1942 per la regia di Esodo Pratelli.
Uno spettacolo quindi riuscito e da vedere perché non solo legato al teatro popolare napoletano ma un capolavoro della commedia italiana.