A distanza di 4 anni dal Vol.1, 5000 copie vendute, torna a grande richiesta “Cafè do friariell” vol.2 pubblicato da un’etichetta indipendente verace la Jesce Sole. Così come nel precedente volume anche in questa “seconda puntata” Gianni Simioli (blogger, talent-scout, dj radiofonico e volto televisivo) propone una play- list molto personale di quello che considera il meglio del “suono” campano di ieri e di oggi. Ma a differenza del primo riuscitissimo esperimento in cui c’erano cover di grandi brani partenopei, in questa compilation Gianni Simioli ha scelto anche canzoni inedite e brani vintage.
Così’ accanto a inossidabili classici come “Cerasella” cantata da Gloria Christian, “Frida” nella versione originale di Bongusto e “Resta cu mme” nella ritrovata versione disco- music anni ’70 di Marcella Bella, Simioli ci mette i suoni nuovi del rap, dub, vesu-gospel, moombathon, electro- world- rock e tribali. Una miscela delle mille musiche di cui solo Napoli, porosa e mai rassegnata al definitivo, sa farsi madre. Imperdibili le nuove versioni di “Scapricciatiello” cantata da Loredana Simioli, “Lu Guarracino” de Il tesoro di san Gennaro e “Sud” by Dubolik ft.4est. Nel volume troviamo inoltre chicche come la voce trash chic di Gena Gas personaggio meteora passato dal Festival di Napoli del 1981 con “Nun me scuccià” tratta direttamente dal vinile, passando per l’inedito “Rasta Soldiers” firmato dagli Indubstry con il rastaman Marcello Coleman, fino ad approdare alle Shatusche il misterioso gruppo rap tutto al femminile che si fa portabandiera di feroce ma divertente ironia.
Gianni Simioli con questa novità discografica promette di bissare il successo del volume 1 che nasceva da una domanda: “Perché la musica di Napoli non è più di moda?” da qui l’idea appassionata e pasionaria di ri-lanciare nel nightclubbing
internazionale la musica di una città che ha da sempre dettato legge,
rappresentando la più alta forma di melodia di tutto il Mediterraneo. Un’idea vincente quella di Gianni Simioli che in questi quattro anni ammette soddisfatto di aver visto un cambio di tendenza nel mondo della musica napoletana. Dopo il suo imput, anno 2006, infatti sono tanti i djs che propongono brani partenopei nei party, clubs e locali chic della città e che così facendo contribuiscono sempre più a disseppellire la musica napoletana dagli strati delle vecchie rappresentazioni che hanno rischiato di farla inabissare nel folklore di certa neomelodia trash.
Quindi lunga vita al friariello (verdura campana, eccellenza alimentare messa al bando e quasi demonizzata dal clima di diffidenza che roghi tossici e inquinamento hanno contribuito a diffondere nei confronti dell’agricoltura campana) che diventa simbolo delle eccellenze che la nostra terra riesce a produrre in tutti i settori. Attraverso la musica Gianni Simioli non dimentica il suo impegno verso la sua terra così bistrattata e lancia un messaggio stampato sul retro del cd: “Se questo cd non ti piace non bruciarlo: trasformeresti anche la musica in fumo tossico”.
La copertina del disco è un omaggio a Joseph Beuys, la lampadina è una citazione della sua opera “Capri-batterie” che fu presentata a Napoli nel 1985 presso la Galleria di Lucio Amelio, esperienza che Gianni Simioli ricorda con entusiasmo e che gli fece capire che all’energia( anche quella della creatività musicale) basta poco per accendersi e di creatività nessuno batte i napoletani e questo cd è un chiaro esempio, venduto nei migliori negozi di dischi e non solo… la caccia alla compilation è aperta.