La mostra Attersee – Nitsch “Duetto per Napoli”, che sarà ospitata nella straordinaria location di Castel dell’Ovo fino al 1 marzo 2014, è organizzata e promossa dalla Fondazione Morra e dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli con la curatela di Achille Bonito Oliva.
Attersee e Nitsch, due personalità differenti, praticamente coetanei (l’uno nato nel 1940, l’altro nel 1936) e con l’ambiente artistico viennese che si è sviluppato in loro facendo da sfondo e supporto. Entrambi “convivono” in questa mostra a Napoli. Attersee, tagliando i ponti con il passato da velista, sceglie come nome proprio quello del lago dove aveva ottenuto i primi successi. Sulla scia dell’insegnamento pop-art, si propone come brand commerciale con il “prodotto Attersee” utilizzando come temi quelli della religione, del razzismo, il cibo, il ruolo della donna nella società e la sempreverde vulnerabilità dell’uomo. Tutto è realizzato attraverso colori fauvisti (selvaggi) sovrapposti con pennellate vigorose e visionarie.
Hermann Nitsch, membro famoso dell’Azionismo Viennese che negli anni ’60 vede la possibilità di non usare più solo tele e colori ma il corpo come mezzo espressivo particolarmente forte e convincente. Si realizzano così performance ed happening dal forte contenuto sessuale, religioso e dissacrante che, soprattutto nei primi anni di attività del gruppo, portò a diverse denunce e condanne legali nei confronti dei suoi componenti.
Nel caso dell’artista Otto Mühl, ad esempio, vi fu l’espulsione dall’Austria con un foglio di via permanente, il che lo portò a fondare una comune in Portogallo. Nitsch ha un rapporto molto forte con la città di Napoli tanto che nel 2008 è nato il Museo di Hermann Nitsch grazie alla Fondazione Morra e in virtù di un sodalizio di quarant’anni proprio con Morra. Nella sala, le tele si dispongono in maniera simmetrica lungo le pareti determinando una scenografia di silenziosa sinestesia. Opere monumentali, tele dal grande formato create gettando colore e sangue, estetica e vita. Lavori alteri, leggeri nonostante la mole, alcuni di un giallo simile al tufo del castello. L’opera di Nitsch sembra accogliere in sé tutto, il massimo della qualità e del significato poetico. Colori che scivolano sovrapposti quasi in trasparenza. Rivoli di colore, macchie, schizzi naturali e studiati al tempo stesso. Un Pollock ordinato e contemplativo, immerso ed immenso. Il giallo e il nero di alcune tele, insieme al blu del mare e al bianco delle barche che si intravedono dalle finestre delle sale, costituiscono davvero un connubio perfetto.
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