“La cultura non deve morire”, questo lo slogan che possiamo prendere ad esempio per dar voce al giovane movimento degli studenti di Archeologia e di Storia dell’Arte dell’Università Federico II° di Napoli. Si tratta di una corrente nata per incitare la rinascita dell’ambito meravigliosamente esplorativo della cultura, quello di una disciplina, qual è l’arte, partorita per far concepire la bellezza della vita ed ogni fonte di ricchezza di cui dispone l’Italia tutta, ma che purtroppo a causa di coscienze poste alla mercè di avido potere ed incapacità di gestione di un bene così sommo, vive un momento di delicata difficoltà. L’azione degli studenti è partita dalla motivazione insita nelle loro propensioni appassionate, con l’intento di farsi affiancare con vigoroso sostegno da parte delle classi politiche; una forma di attivismo, finalizzata a dar voce ad archeologi, artisti, storici d’arte, manager dei beni culturali, conservatori ed anche a singoli, unicamente dediti, che vogliono in questo modo far sentire la propria voce finchè il ministro dei Beni CulturaliMassimo Bray continui a far valere i diritti sacrosanti dell’arte e non li lasci giacere nel dimenticatoio.Il gruppo, rappresentato dall’appellativo FedericoIIsalviamolarte si è attivato attraverso un’espansione che sta comunicando la propria ragion d’essere anche sui network come Twitter e Facebook, un work in progress, al fine di promuovere iniziative che mirino a dare luce agli eventi d’arte, per coinvolgere gli utenti a dare rilievo ai progetti di cui sono promotori studenti e personalità che si muovono nel campo; un movimento finalizzato a catturare la necessaria attenzione, come indicato poc’anzi, dei vertici politici e di ogni cittadino. Altresì mosso da un costante lavoro quotidiano per salvare il valore dell’arte inteso come valore di comunità, partendo dalla promozione dei luoghi campani, fino ad estendere la visibilità della bellezza di complessi d’arte e cultura che sono presenti in ogni spazio del nostro paese. Un impegno che si vuole rendere nel maggior modo sempre più tenace, vivo, onnipresente, per garantirne la preservazione delle coscienze collettive, tutelando l’immenso patrimonio educativo, intellettuale, artistico-culturale che ci rappresenta.