Partirà venerdì 14 marzo su Canale Cinque, Le mani dentro la città, la serie televisiva che racconta la ‘ndrangheta nella Lombardia di oggi, targata Taodue, per la regia di Alessandro Angelini, scritto da Pietro Valsecchi.
In 12 episodi della fiction Le mani dentro la città saranno raccontati i loschi affari della malavita calabrese nella terra del Nord. Precisamente, come la ’ndrangheta prosperi a Trebbiate, una cittadina dell’hinterland milanese dal nome di fantasia ma purtroppo simile a molti comuni lombardi. E dopo le numerose serie che negli ultimi anni hanno raccontato la diffusione delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, da Il Capo dei Capi al Clan dei camorristi, da Squadra Antimafia a Ultimo, la Taodue presenta Le mani dentro la città.
Analizzando quel Nord Italia “perbene” e in particolare Milano, dove per troppo tempo non si è voluto vedere come goccia a goccia in modo pericolosamente sotterraneo, la ‘ndrangheta stava penetrando all’interno delle istituzioni, delle fabbriche, delle banche, riciclando gli enormi ricavi dei traffici illeciti in attività legali. Molti gli interpreti italiani già visti in altre serie televisive targate Taodue, da Giuseppe Zeno a Simona Cavallari, da Giulio Beranek a Marco Rossetti e con Massimiliano Gallo, Andrea Tidona, Denis Fasolo, Viola Sartoretto.
E per raccontare queste infiltrazioni criminali, La TaodueFilm ha deciso di farlo attraverso le vicende della famiglia Marruso, la famiglia a capo della Locale Lombardia. Una famiglia dalle radici calabre ma dai frutti lombardi.
I Marruso si nascondono dietro un’impresa di ristorazione legale, pulita, ma dietro la quale gestiscono il fiume di cocaina che quotidianamente inonda Milano e provincia. E proprio grazie ai soldi della droga i Marruso riescono a entrare e a corrompere tutto il sistema socio-economico. Al punto che il loro problema non sembra più fare i soldi ma spenderli, trovare nuovi mercati dove infiltrarsi, dove trarre profitto. Affari su scala internazionale, dove la fabbrica da chiudere, i 200 operai da licenziare, sembrano essere poco più di un fastidio, un piccolo incidente di percorso.
Ma la determinazione di quegli operai, decisi a difendere il diritto al loro lavoro, ad un lavoro onesto, si trasforma presto in un fastidio più grande, un sassolino nell’oliato ingranaggio della famiglia Marruso, che lentamente diventa un macigno.
«La corruzione di certa politica non è solo quella dei palazzi che contano ma più spesso quella di anonimi assessori comunali. Il mondo dell’imprenditoria – in cui molti sono vittime ma altri persino costruiti dal sistema stesso – e la società civile, danneggiata, silenziosa, inerme.
I protagonisti sono persone comuni che si trovano stretti fra gli ingranaggi di un meccanismo più grande di loro. Che lottano, soffrono, sperano. Ciò che emerge nei 12 episodi de “Le mani dentro la città” è un’istantanea dei nostri giorni, un ritratto dinamico e dalle molte sfaccettature in cui la narrazione emotiva e l’attenzione per il lato umano dei personaggi giocano sempre un ruolo centrale» spiega il regista Alessandro Angelini.
Ma Le Mani dentro la Città, non sarà una serie che abbandona la speranza di poter reagire a questo scempio; un gruppo di poliziotti, non eroi, ma semplicemente onesti e determinati, riuscirà con l’impegno e il sacrifico a mettere in luce dietro alle complesse architetture finanziarie e alle coperture altolocate di cui godono i boss, la realtà fatta di delitti e corruzione.