Andrea Galatà, attore italiano, nato a Catania e attualmente residente a Roma, ha scritto insieme a Chiara De Caroli e diretto la web series internazionale The Ushers – A Dark Tale of a Bright Night, vincendo come miglior opera e miglior architettura interattiva e comunicazione social il Festival IMMaginario di Perugia e aggiudicandosi il Best Writing Award al Los Angeles Web Fest 2014.
Andrea Galatà ha esordito all’età di 15 anni in una compagnia nazionale di giro, come danzatore classico e moderno e dopo qualche anno ha cominciato la sua formazione come attore, cantante e artista di strada. Teatro, cinema e anche la televisione hanno arricchito negli anni il curriculum di Andrea, che nella web serie The Ushers, lo vediamo non solo in veste di regista, ma anche di attore. Galatà interpreta Damien. «È il nome più usato nei cult horror e San Damiano è il santo patrono degli esorcisti. Così abbiamo scelto il nome del personaggio che, tra luce e oscurità, tra scienza e fede, dovrà mettere in discussione ogni sua certezza, per riuscire a comprendere gli eventi. Ha la responsabilità di portare il conflitto costante e silente nell’intera storia.» Questo ed altro ancora ha raccontato in questa interessante intervista Andrea Galatà.
Numerosi sono i riconoscimenti ricevuti per The Usher. Dopo aver ritirato il premio come Miglior Sceneggiatura al Los Angeles Web Fest, il 26 aprile The Ushers parteciperà ad un altro festival, sempre internazionale, ma stavolta in Italia, il Rome Web Awards, in cui la serie concorre con sei nomination…vi aspettavate questi risultati?
«Sinceramente no. Consideravo già quasi impossibile anche solo portare a termine un’operazione tanto ambiziosa. Che poi il risultato finale riscuotesse tanto successo è stata una grande sorpresa. Il 26 aprile ci aspetta il nuovo appuntamento del Rome Web Awards, che spero diventi, come merita, il Festival Italiano di riferimento per le webseries. Proprio in quella occasione verrà proiettata in anteprima “The Awebngers”, progetto cross-over tra diverse webseries. Insomma, pare io abbia il pallino di mettere insieme mondi e persone, un “paraninfo” multimediale.»
Nasce prima l’idea della web series o la storia?
«L’idea della web series. Anzi siamo stati costretti a scrivere in corso d’opera, cosa che preferiamo evitare quando possiamo.»
“The Ushers – A Dark Tale of a Bright Night” nasce direttamente come un progetto per il web?
«Sì, è nato con l’idea di mettere insieme simboli ed archetipi di diverse culture, che si perdono nella notte dei tempi, per poi portarli gentilmente all’inconscio del giovane spettatore del ventunesimo secolo. “Simbolismo open source”. Ci voleva il web.»
Come nasce l’idea?
«Amo le sceneggiature che riescono a parlare alla testa ed al cuore del pubblico. Ma allo stesso tempo mi piacciono quelle storie che, attraverso il simbolo e l’allegoria, riescono a solleticare anche l’inconscio dello spettatore. Volevamo sperimentare questa possibilità. Lo sci-fi ci sembrava il genere più adatto per questo studio.»
Perché questo titolo?
«“The Ushers” in inglese significa “I guardiani della porta”. La porta è una possibilità di muoversi da un luogo/dimensione all’altro. I protagonisti saranno coloro che accompagneranno gli spettatori in questo viaggio. “A Dark Tale of A Bright Night”, perché trovavamo interessante partire dal dualismo luce-tenebre, sole-luna, bene-male, maschio-femmina. In più per molte culture è solo attraverso un viaggio verso l’oscurità che si può risorgere rinnovati alla luce.»
Come è avvenuta la scelta del cast artistico?
«Ho la fortuna di avere amici e colleghi molto bravi e proattivi. Il cast è infatti la punta di diamante di The Ushers. Poche web series italiane hanno un livello medio di recitazione così alto. E questo è merito loro.»
Nella web serie si parla di esoterismo e delle sue tradizioni in diversi paesi tra cui il Giappone, la Germania, l’Italia, quanto è durata la ricerca, lo studio, prima di scrivere la sceneggiatura?
«Abbiamo dovuto scrivere in corso d’opera, ma abbiamo comunque dedicato molto impegno alla ricerca, che era anche il momento più piacevole.»
Cosa piace di “The Ushers – A Dark Tale of a Bright Night”?
«A me piacciono soprattutto la storia e il cast. Molti altri restano colpiti dall’ambientazione internazionale.»
Qual è stata la fase più dura, passando dalla creazione alla realizzazione delle riprese, dal montaggio alla messa in onda?
«Regia e montaggio sono stati per me le fasi più difficili ma affascinanti. Dovevo infatti mettere insieme poetiche molto diverse tra loro e realizzare un prodotto che avesse una uniformità stilistica. Non è stato semplice.»
Andrea Galatà, per limitari i costi hai diretto anche a distanza…quali sono state le difficoltà?
«Essere precisissimi nell’organizzazione, ma allo stesso tempo molto elastici nel gestire le numerose variabili. La sceneggiatura e il piano di lavorazione somigliavano ai vecchi libri-game: se succede questo, vai a pagina 3, se invece succede quest’altro corri a pagina 77. Chiedetelo a Chiara!»
Vi aspettavate questa risposta?
« Sì, mi aspettavo la fiducia dei colleghi. Perché è stata costruita nel tempo ed è reciproca.»
La web series si allontana dalla logica televisiva, ma anche da quella cinematografica. Un nuovo modo per comunicare molto più libero se così possiamo definirlo…
«Certamente il web ha un suo linguaggio, e chi lo usa per scimmiottare generi cinematografici, televisivi, che magari neanche appartengono alla sua cultura, rischia di sbagliare strada. Il web è ancora un laboratorio che sta cristallizzando il proprio linguaggio.»
Andrea Galatà, non solo regista ma anche attore, parliamo del tuo personaggio in The Ushers…
«Damien è il nome più usato nei cult horror e San Damiano è il santo patrono degli esorcisti. Così abbiamo scelto il nome del personaggio che, tra luce e oscurità, tra scienza e fede, dovrà mettere in discussione ogni sua certezza, per riuscire a comprendere gli eventi. Ha la responsabilità di portare il conflitto costante e silente nell’intera storia.»
Sembra che la tua cifra stilistica sia quindi quella di mettere insieme stili e narrazioni diverse: ci sono parallelismi tra la sceneggiatura e la regia di The Ushers e quelle del nuovo progetto The Awebngers?
«Certo! Sto provando a mettere ancora insieme mondi diversi con il progetto “The Awebngers”, gioco di parole per gli Avengers del web. E anche stavolta il risultato è frutto di una bellissima collaborazione con gli altri artisti del web, che hanno aderito con grande passione e professionalità.
Stavolta metto insieme infatti i protagonisti di diverse webseries in un’unica divertente avventura: la guerra contro la TV.
Il primo episodio è stato girato a Perugia, quando eravamo ospiti del Festival Immaginario e quando è nato il progetto WAU, Web Artists United, con Michele Pinto e Gianluca Giardi, e sarà proiettato in anteprima assoluta il prossimo 26 aprile, durante il Rome Web Awards.»
Pensate di continuare il vostro percorso artistico sulla scia del web oppure pensate ad altro?
«Diversamente da molti filmmaker che pensano al web solo come trampolino per raggiungere le produzioni tradizionali, io e Chiara facevamo “altro” già prima di conoscere il web, quindi adesso continuiamo ad occuparcene entusiasti! Anzi, oltre a “The Awebngers”, è in fase di montaggio “La Linea Dei Topi”, serie drammatica, ambientata nelle periferie romane, la cui regia è stata curata da Alessandro Fusto. E tante altre cose bollono in pentola!»