La mostra “La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis” conclude il suo tour mondiale scegliendo come unica tappa europea la città di Bologna.
L’esposizione, curata da Marco Goldin, è iniziata l’8 febbraio 2014 e si concluderà il 25 maggio 2014. Un evento più unico che raro dove i numeri parlano chiaro. A soli due mesi dall’apertura al pubblico, la mostra, allestita a Palazzo Fava, ha superato infatti i 230 mila visitatori.
Continua inoltre il boom di prenotazioni per poter ammirare i dipinti che raccontano l’intero XVII secolo in Olanda, la famosa Golden Age, età d’oro di cui parla lo stesso sottotitolo.
La città delle Due Torri ha accolto e racchiuso in sei sale il Seicento Olandese, permettendo ai visitatori di percorrerlo grazie a cinque sezioni tematiche.
La prima riguarda la storia del Mauritshuis, che riaprirà i battenti la prossima estate e permetterà a tutte le opere di tornare al proprio posto. Il museo olandese, ex dimora di Johan Maurits, conte di Nassau-Siegen, è infatti attualmente chiuso per lavori di restauro e ampliamento.
Nel secondo gruppo, invece, i visitatori ritrovano opere a sfondo paesaggistico: dalle città ai boschi con i casolari, dai prati per il pascolo alle distese marine di cui fa parte il dipinto di Jan van Goyen, “Veduta del Reno vicino a Hochelten”.
La terza sezione è costituita invece dalla ritrattistica. Fondamentali i due ritratti di Frans Hals raffiguranti i coniugi Jacob Olycan e Aletta Hanemans.
A seguire ecco scene di interni in cui gli artisti catturano con dovizia di particolari soggetti immersi nella loro quotidianità. In alcuni dipinti ci si ritrova così in osterie e in appartamenti lussuosi: ogni scena rimanda però a luoghi dell’anima dai significati ben più profondi di quelli rappresentati in superficie.
Non a caso, infatti, in questa sezione troviamo il capolavoro di Rembrandt: “Canto di lode di Simeone”.
Ultimo tema è quello delle nature morte in cui è possibile ammirare tavole imbandite, utensili da cucina, classiche composizioni di frutta e volatili, tra cui si distingue e spicca il volo, vivo più che mai “Il cardellino” di Carel Fabritius che, a mio avviso, si contende il podio con “La ragazza” di Vermeer.
Al quadro più amato di sempre, divenuto vero e proprio simbolo della storia dell’arte, ovvero “La ragazza con l’orecchino di perla”, il curatore Marco Goldin ha voluto dedicare interamente la sesta ed ultima sala della mostra.
Ecco che, dopo aver assaporato un secondo quadro di Vermeer, “Diana e le sue ninfe”, quattro Rembrandt e moltissimi altri capolavori di un’epoca artisticamente florida in cui troviamo artisti del calibro di Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael e Steen … a fine percorso, in una grande sala dove regna indisturbata, sembra quasi che la donna ritratta dal pittore olandese attenda e accolga ogni singolo visitatore.
File interminabili per poter sostare anche solo pochi minuti di fronte a uno dei dipinti più celebri del passato. Un percorso, però, che non è solo la fine di lunghe ore di attesa, ma un incredibile punto di partenza per un nuovo viaggio attraverso capolavori dalle storie già scritte, storie che da sempre danno senso alla nostra vita.
La mostra è promossa dalla Fondazione Carisbo, Museo nella Città e Linea d’ombra, con il main sponsor Segafredo Zanetti. I biglietti sono in vendita solo online su Lineadombra.
Ricordiamo inoltre gli orari: dal lunedì al giovedì sono possibili visite dalle 9 alle 20, dal venerdì alla domenica invece dalle 9 alle 22.
In occasione del primo maggio, la chiusura del prossimo giovedì sarà sempre per le 22.