Presentare un disco su un tram itinerante e brandizzato coi colori del packaging è un’idea davvero inusuale. I Kasabian, nello specifico il cantante Tom Meighan e il chitarrista e paroliere Sergio Pizzorno, non si sottraggono alla promo sotto il sole cocente di Milano e accolgono tutti con grande entusiasmo. Sono contenti di incontrare fan e giornalisti per il lancio di 48:13, il loro nuovo disco che segue il successone di Velociraptor nel 2011, che da noi è esploso realmente l’anno dopo e li ha portati anche a un evento in Piazza Duomo con centinaia di migliaia di persone. Se tutto procede bene, l’anno prossimo potrebbero essere pronti per San Siro.
Serge, come è nato il concetto di questo disco, molto diverso dai precedenti?
«Secondo me è l’ideale seguito del primo album, solo che ora siamo più maturi e abbiamo figli e 10 anni di carriera alle spalle. Ho sentito chiaramente la necessità ma anche la confidenza nell’essere più diretto e più onesto con questo album. Ho cominciato a “sottrarre” piuttosto che a “sommare”, mantenendo la forma delle canzone e degli arrangiamenti più essenziali possibile.»
Come definireste il disco, Tom?
«Fantastico. Siamo meglio ora di quando abbiamo iniziato e con questo passo abbiamo creato un nuovo linguaggio. Se il rock è stato dato per morto, noi accendiamo una miccia per farlo risorgere, non si può ignorare la commistione di generi. C’è molta passione dentro il disco, credo si senta, perché ci abbiamo messo soul, rock, elettronica, hip hop. Meno è meglio. E’ diretto, è quello che è, e quello che vuole essere. Ascoltatelo e basta. Anche nel titolo volevamo essere corti e diretti, l’avremo potuto chiamare semplicemente vol. 5, invece l’abbiamo intitolato con la lunghezza dell’ascolto. Abbiamo voluto metterci a nudo. Sergio ha ridotto il nostro suono all’essenza. E’ incredibile.»
Tutti i grandi gruppi a un certo punto della carriera si affiancano a delle orchestre. Voi?
«Lo facciamo da tempo, abbiamo sempre inciso dei pezzi con alcuni elementi orchestrali. Parte di questa scelta deriva dal fatto che il cinema e le colonne sonore sono sempre stati per noi dei grandi serbatoi di ispirazione, ci muoviamo in questa direzione anche con quest’album.»
Serge, quando ripensate agli ultimi 10 anni come vi sentite?
«Benissimo, non cambierei niente, è un percorso incredibile. Siamo contenti anche di aver saputo giocare con l’immagine rock della band, per questo il colore del nuovo disco è tutto rosa, un qualcosa che si contrappone al machismo rock dei Kasabian. Sarà un lungo tour quello legato a questo progetto, ci sentiamo pronti per affrontare i grandi raduni come Glatsonbury o il Victoria Park di Leicest, la nostra terra. E poi l’Italia, sarà magnifico.»
I KASABIAN saranno in concerto quest’autunno in Italia: venerdì 31 ottobre al Palalottomatica di Roma e il 1 novembre al Mediolanum Forum di Assago.