Teatro Nuovo Napoli. La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth, adattamento e regia di Andrèe Ruth Shammah con Carlo Cecchi, Claudia Grassi, Giovanni Lucini, spazio scenico disegnato da Gianmaurizio Fercioni con le suggestioni visive di Luca Scarzella e Vinicio Bordin, luci di Marcello Jazzetti, costumi di Barbara Petrecca, produzione Teatro Franco Parenti.
La regista, che lo mise in scena nel 2007 con Piero Mazzarella come protagonista, ha scelto questo spettacolo per la celebrazione del 50esimo anniversario del Teatro Parenti di Milano.
La leggenda del santo bevitore è un racconto autobiografico, pubblicato postumo dall’editore di Amsterdam Allert de Lange. Narra le vicende di Andreas Kartak che vive da vagabondo a Parigi, sotto i ponti della Senna. Una sera incontra un distinto signore che gli offre duecento franchi con la promessa di recarsi presso la Chiesa di Santa Maria di Batignolles ed offrirli a Santa Teresa di Lisieux. Molte volte Andreas, aiutato dal destino, avrà in tasca la somma di denaro sufficiente per mantenere fede alla promessa fatta recuperando onore e dignità ma altrettante volte si lascerà distrarre da amori, cattive compagnie e il vizio del bere. Quando finalmente si reca in chiesa per consegnare i soldi al parroco, si sente male e muore.
Lo spettacolo è semplicemente magico e Carlo Cecchi, accompagnato sul palco da Claudia Grassi nei panni della lettrice e da Giovanni Lucini in quelli del barista, ha modo di regalare al pubblico un’ulteriore prova della sua bravura. L’attore fiorentino, classe 1939, sa condurci senza esitazione nei pensieri di Andreas in una dimensione reale ed onirica resa ancor più evidente da una scenografia fumosa e umida di pioggia che rievoca quella zona grigia tra benessere e aberrazione nonché l’inquietudine di chi, seppur consumato dall’alcool è ancora legato alla vita e ai suoi piaceri. E le musiche struggenti che vanno dalle melodie yiddish al jazz completano la fascinazione.
Andreas mangia, beve, si rade, frequenta un bordello, acquista un portafoglio usato che contiene una discreta somma di denaro, è generosamente disponibile verso chi incontra nonostante gli scherzi del destino. L’ andatura lenta e compassata, i movimenti incerti e traballanti, la voce sempre più roca e la pronuncia appena biascicata resa tale dagli abbondanti e frequenti sorsi di Pernod che scivola lentamente dalla bottiglia al bicchiere tenuto a due mani ci restituiscono un personaggio pieno di speranza e sicuro del proprio valore a dispetto degli sguardi spesso indifferenti e giudicanti di tutti noi.
La leggenda del santo bevitore è una storia di redenzione, è una promessa di eternità, è il riscatto di un uomo fedele ed onesto, è una condanna che si trasforma in miracolo dopo ogni caduta. Andreas è un santo proprio perché affronta i suoi demoni prima di trovare la salvezza. La sua storia ci sfida a guardare oltre la giustizia umana e promette un costante intervento divino nelle nostre vite.
Alla prima napoletana lunghi e calorosi applausi.
La leggenda del santo bevitore continuerà la sua tournée a Firenze, al teatro di Rifredi dal 20 al 23 febbraio e a Roma dal 25 febbraio al 2 marzo presso il Teatro India.