“ The Tempest” il nuovo album della band napoletana Opera Nera è stato presentato nello studio RicPic di Via Costantinopoli a Napoli.
Lo studio RicPic del fotografo Riccardo Piccirillo è luogo di ritrovo, una fucina frequentata da importanti artisti nazionali e internazionali dove si creano idee e progetti.
Il talentuoso gruppo Opera Nera formato da Alessandro Pacella( basso), Marco Napolitano(chitarre), Eduardo Spada(batteria), Tiziano Spigno(voci), ha debuttato
nel 2019 con la sonorizzazione live del film muto Nosferatu , seguita dai due album”Land of Salvation” e “Revelation”.
L’ album “The Tempest” , che ha richiesto una lunga preparazione prima di venire alla luce, è ispirato alla Tempesta di William Shakespeare, che rappresenta una
delle ultime creazioni del principe di Danimarca.
L’ album è caratterizzato da accattivanti ballate, tammurriate, pezzi funky, techno.
“-Il disco è diviso in due sezioni- ha sottolineato Alessandro Pacella- una strumentale e l’altra di brani cantati in lingua inglese da Tiziano Spigno, ad eccezione
della canzone del marinaio Stefano che nel testo risulta essere di origini napoletane.
Per la canzone, interpretata da Lino Vairetti degli Osanna, abbiamo scelto arrangiamenti di musica popolare e la traduzione in napoletano del 600 di Eduardo
De Filippo che portò in scena una memorabile trasposizione della Tempesta di Shakespeare .
Per la realizzazione dell’ album mi sono approcciato al regista Davide Iodice che ha messo in scena con successo una riscrittura dell’ opera in lingua
napoletana nel 1999.
Hanno collaborato alla realizzazione dell’ album “The Tempest” artisti importanti quali Lino Vairetti con la canzone “Lu capitano in testa” il pianista Marco Fiorenzano
con “My Master through his art”, il sassofonista Giulio Martino con ”Flout’em and scout’em”, Sergio Maglietta ed Elio Manzo dei Bisca con il brano “You are three men
of sins”, Pierpaolo Polcari degli Almamegretta con “Reaper’s Dance”, il produttore Ernesto Nobili con “All the devils are here”, la pianista e direttrice d’ orchestra
Elisabetta Serio con “ Were the bee sucks”.
L’ album “The Tempest” è un lavoro inusuale ben riuscito, caratterizzato dalla stessa energia linguistica del testo shakespeariano , dal quale prende spunti e linfa ,
ma che viene arricchito nella realizzazione da una creatività tutta napoletana.
Infatti le opere di Shakespeare sono sempre state al centro di rivisitazioni e spunti creativi da parte degli artisti napoletani, dal momento che c’è una forte relazione
culturale e linguistica tra Shakespeare e Napoli, capaci entrambi di coniugare la tradizione colta e quella popolare.
I temi ricorrenti nelle opere di Shakespeare, quali la magia, le forze della natura, il soprannaturale, l’eterno conflitto tra il bene e il
male, sono presenti in maniera significativa anche nella tradizione napoletana.
L’ essenza dell’ album “The Tempest” è tutta riassunta nella frase che Calibano (uno dei protagonisti della Tempesta di Shakespeare) dice: “Non aver paura. L’isola è
piena di rumori, suoni e dolci arie che donano piacere e non feriscono!-“.