L’ultimo libro di Gino Castaldo, uno dei più grandi critici musicali italiani, ha per titolo Il cielo bruciava di stelle -La stagione magica dei cantautori italiani, Ed. Mondadori, pag. 335.
Il racconto avvincente e ricco di aneddoti e curiosità intreccia sapientemente storie di vita e di musica di nove protagonisti che in soli tre anni, ovvero dal 1979 al 1981, hanno rivoluzionato il panorama musicale italiano scrivendo brani che “hanno fatto la storia” della canzone. Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Pino Daniele, Franco Battiato, Francesco Guccini, Rino Gaetano hanno reso possibile la nascita del “cantautorato” e le loro storie si sono intrecciate con quelle di altri importanti artisti della canzone d’autore quali Gianna Nannini, Edoardo Bennato, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti e, se vogliamo, anche Bob Marley, morto l’11 maggio del 1981 il cui concerto allo stadio San Siro di Milano datato 27 giugno 1980 fu aperto da Pino Daniele su espressa volontà del grande artista jamaicano, affascinato dai suoni arabeggianti della sua musica innovativa.
Il libro prende il via da una data precisa, il 27 agosto1979, il giorno in cui Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi vennero rapiti da alcuni banditi sardi nella loro tenuta L’Agnata (in gallurese significa angolo nascosto e riparato dai venti) e si conclude il 21 settembre 1981 quando Franco Battiato pubblica il suo nuovo album La voce del padrone. In questo breve lasso di tempo, i “magnifici nove” hanno creato capolavori del pentagramma, restituito attenzione e dignità alla musica aprendo la strada ai concerti “da stadio”, fatto da collante e apripista per nuovi generi musicali. Ciascuno di loro ha operato a suo modo una rivoluzione copernicana che ha riguardato non solo la musica ma anche la scrittura, con testi impegnativi e di carattere sociale. Insomma non le solite” canzonette” ma canzoni ovvero “gocce di splendore da conservare nei nascondigli segreti della nostra umana dignità”.
“Si punzecchiavano, si sfidavano, sotto sotto si amavano. Ma anche tra battute e schermaglie d’autore si percepiva l’emergere di una nuova consapevolezza generazionale. Gli eroi di quel Rinascimento stavano assaporando il gusto emozionante e rischioso del potere che il ruolo conferiva a loro. Non era mai successo prima che una fascia così grande della popolazione delegasse a una generazione di cantautori il compito di raccogliere le tracce di un sentimento collettivo”.
Il cielo bruciava di stelle si legge come un romanzo avvincente perché ben scritto e ricco di sorprese. Lo consigliamo perché tutti noi amiamo la musica che sottolinea i momenti belli e brutti della nostra vita. Lo consigliamo perché alcune canzoni sono talmente note e potenti da aver lasciato nella nostra cultura un segno profondo e ancora oggi inalterato.