Trent’anni dopo la prima edizione, torna nelle librerie un agile libricino che è diventato oggetto di culto: Scrivere è un tic -I metodi degli scrittori, pag.118, Ed. Einaudi, Collana l’Arcipelago Einaudi.
L’autore è Francesco Piccolo che lo ha scritto quando ancora non faceva lo scrittore e lo sceneggiatore di successo ma voleva fortemente diventarlo con tutto se stesso. Nella prefazione scrive: “ Prendevo appunti su una serie di foglietti riciclati e trascrivevo pagine e pagine di scrittori che raccontavano come scrivevano, per quanto tempo, dove, come avevano cominciato e perché. Lo facevo per far capire agli altri e a me stesso cosa significa scrivere”. In questo modo l’autore ha ricercato e raccolto trucchi, segreti, manie, metodi di coloro che hanno scritto pagine memorabili in modo da restituirci una sorta di manuale pratico per aspiranti scrittori.
Giorgio Scerbanenco diceva: «Il profano pensa che l’ispirazione sia qualcosa di magico che chi scrive deve stare lì ad aspettare, quando viene, se viene. É molto bello pensare al poeta che guarda il cielo azzurro in attesa dell’ispirazione. Ma non è così”. Come in tutte le cose che si vogliono realizzare nella vita, c’è bisogno di pazienza, costanza, esercizio, disciplina e soprattutto averne voglia e piacere».
Francesco Piccolo ci introduce nella vita quotidiana degli scrittori più acclamati e letti e ci restituisce anche un po’ della loro umanità.
Ernest Hemingway sosteneva che bisogna smettere di scrivere soltanto quando già si sa come ricominciare il giorno successivo.Ken Follett è diventato scrittore perché non aveva soldi per far riparare la sua auto. Marquèz, per scaramanzia, scriveva indossando una tuta da meccanico. Balzac, durante il periodo di composizione, non ammetteva alcuna distrazione, non beveva alcolici né fumava sostenendosi con litri di caffè. Mann costringeva i suoi familiari ogni sera ad ascoltare quello che aveva scritto durante il giorno. Marguerite Duras aveva sempre sulla scrivania una bottiglia di whisky. Simenon scriveva soltanto con matite di colore giallo temperate da sua moglie. Isabel Allende ci svela anche il segreto per smettere di scrivere: «Quando arrivo nel mio studio, la mattina, mi preparo un thè, apro il mio computer ed accendo una piccola candela. Quando si è consumata in circa sei, sette ore, capisco che è tempo di smettere. Faccio così perché penso che devo mettermi un limite, altrimenti potrei passare ore e ore a scrivere e non avere né marito, né figli, né nipoti, neppure una vita sociale, niente».
Noi di Mydreams abbiamo incontrato Francesco Piccolo durante l’assegnazione dei Nastri d’Argento Grandi Serie che ha visto vincitrice come serie dell’anno La Storia di Francesca Archibugi la cui sceneggiatura, insieme a Giulia Calenda, Ilaria Macchia e la stessa regista, porta la sua firma. Alla domanda del perché della ristampa di Scrivere è un tic, Piccolo ha risposto così: «Era introvabile e molti avevano il desiderio di leggerlo anche se quando l’ho scritto non pensavo minimamente alla sua fortuna letteraria. Penso che sia ancora attuale per tutti coloro che vogliano mettere a frutto il loro talento di scrittori e di offrire una serie di consigli e avvertimenti sulla difficile arte dello scrivere».
Scrivere è un tic termina con note biografiche relative agli autori citati. Una prova ulteriore del suo essere prezioso.