The Substance, in concorso al festival del cinema di Cannes, è una critica potentissima alla società maschilista che da secoli definisce il corpo della donna. Il secondo film della realizzatrice francese Caroline Fargeat, una trasposizione moderna del ritratto Dorian Gray, è un body-horror femminile che porta agli estremi i canoni tradizionali dell’estetica utilizzando la tecnica pubblicitaria come strumento di accusa dell’uso e consumo del corpo femminile.
Caroline Fargeat, ci introduce a Elisabeth Spark (Demi Moore) lasciando parlare le immagini. Un’inquadratura dall’alto mostra la creazione della stella di Elisabeth sul The Hollywood Walk of Fame, ed il suo declino: i fan si fanno le foto, poi passanti sbadati ci passano sopra chiedendo chi sia, ed infine un uomo che facendo cadere il suo panino la ricompra di rosso ketchup. Elisabeth, come la sua stella, è ormai dimenticata e quando viene licenziata dal suo lavoro poiché non più giovane, decide che farà tutto pur di essere nuovamente accettata, anche provare una nuova sostanza.
L’idea del funzionamento della sostanza è incredibilmente semplice: la possibilità di avere una versione di sé più giovane, bella ed attraente ma con la costrizione di dover alternare obbligatoriamente fra i due corpi ogni settimana. In una sequenza terrificante assistiamo alla nascita della sua versione migliore, Sue (Margareth Qualley), che fuoriesce dalla schiena di Elisabeth, lasciandola a terra incosciente. Sue è giovane, attraente e bramosa di fama, incarna il recondito desiderio di come Elisabeth vorrebbe vedersi.
Il film di Caroline Fargeat è una accusa alla società maschilista, dell’uso del corpo femminile come strumento di omologazione. The Substance è esso stesso un continuo ed ininterrotto spot pubblicitario, mettendo ora in risalto i vestiti, ora il rossetto, ora il corpo perfetto. L’horror a cui assistiamo, è “un modo metaforico di mostrare l’estrema violenza che agisce sul e nel corpo della donna” dice Fargeat. La regista francese ha concepito il film da una riflessione interiore ispirata dagli stessi sentimenti che lei ha provato. Ma The Substance va oltre una semplice critica, sfruttando gli stessi metodi comunicativi usati per oggettificare il corpo della donna Fargeat rende visibili le mostruose violenze inflitte dalla società odierna in un bellissimo horror viscerale.