Chissà se tra qualche anno ci ricorderemo di questa prima intervista italiana che la nuova diva del pop britannico Charlie XCX ci ha concesso all’apice della sua attuale fama. Boom Clap, il suo primo vero singolo da solista, è top ten in tutti i mercati che contano (compresa Italia, Usa e Uk) e le visualizzazioni su Youtube viaggiano verso i 36 milioni. Il New York Times le ha dedicato una pagina, cosa che non succede spesso ad artisti europei, e lei si è presentata “fashionably late” all’incontro. Tutto torna.
Che tipo di artista sei: punk, rock, pop?
«Ho lavorato con dei produttori che mi hanno insegnato a fare del pop per questo mio disco, Sucker che esce ad ottobre, ma a me non interessava molto. Mi sento un’artista punk nell’atteggiamento, perché sono molto pressata dall’industria a fare successi da classifica. Per questo me ne sono andata in Svezia e ho inciso un disco solo di punk songs che durano due minuti. Ma il mio album da solista non sarà così, sono molto sicura di quello che faccio ora. Non c’è bisogno di far chiasso, ma il punk si sente come influenza.»
Quali sono le tue ambizioni?
«Sono stata fortunata ad avere una canzone come Boom Clap in un film che ha colpito molti spettatori (in Italia di chiama Colpa delle Stelle). Io stessa quando l’ho visto ho pianto, perché racconta di una storia d’amore col sottofondo di una malattia incurabile. Ecco sono queste le cose che voglio fare, entrare nel cuore di chi ascolta la mia musica, voglio che se ne parli. E non parlatemi d’amore, sono troppo impegnata a conquistare il mondo in questo momento.»
Sei assetata di fama?
«In verità non so a che livello di successo sono perché non mi faccio queste domande. So solo che ci sono delle icone nella musica, quelle che per me sono un riferimento, e parlo di David Bowie o Lou Reed che non hanno eguali oggi. Si può avere un successo di intensità simile a quello che avevano loro, ma oltre al “nice and cool” non c’è niente che mi faccia sconvolgere in giro.»
Qualcuno che ti piace ci sarà…
«Sì, sono molto concentrata sull’odierno, anche se l’influenza punk mi deriva da mio padre che aveva in gestione un club fuori Londra e fece un casino per avere i Sex Pistols all’epoca. Ma loro non si presentarono mai e fuori rimasero migliaia di punk arrabbiati. Vediamo…Hilary Duff e Katy Perry mi piacciono. Avevamo anche cercato di dare Boom Clap a Hilary ma alla fine non l’ha registrata. Pensavamo che l’avesse rifiutata lei ma poi mi ha twittato e mi ha scritto che avrebbe voluto farlo, quindi magari la decisione è stata presa da qualcun altro. Ma sono contenta che sia andata così.»
Hai anche scritto il successo I Love It per le Icona Pop. Cosa sei di più, performer o autrice?
«Sinceramente vorrei essere artista, e ho un ego e quindi mi piace avere un nome riconoscibile. Quel pezzo è stato un boom mondiale ma mi ha anche creato molte pressioni perché tutti volevano che replicassi. Ma per me le cose che si ripetono sono noiose. E quindi cambierà sempre, non temendo di perdere pubblico. È come sono.»
Sei molto giovane, soli 22 anni…sei interessata al look, al mondo fashion?
«Non mi sono accorta di avere un senso dello stile fin quando non ho iniziato a frequentare la scena londinese dopo la scuola. A me da piccola piacevano le Spice Girls e basta, pensavo che fossero loro le mie migliori amiche. Poi conoscendo “il fuori” mi sono resa conto di tante cose ma non è che i trend mi appassionino più di tanto. Sono nella fase in cui mi piace andare in giro in pigiama. E non voglio criticare le artiste che vendono sesso attraverso la loro immagine, sia ben chiaro. Se lo fanno perché piace a loro, è ok. Io però sono una femminista, nel senso che mi batto per l’uguaglianza dei diritti.»
Cosa bolle in pentola per te?
«Spero che entro l’anno riuscirete a sentire delle fantastiche collaborazioni che ho fatto di recente. E mi auguro di avere una carriera come Rihanna, con un disco ogni anno da lanciare.»
Sognerai una canzone da scrivere per Madonna….
«Beh, in verità non so. Non ora. Non vorrei…»
Vuoi dire qualcosa ma non puoi?
«Detto onestamente io mi auguro con tutta me stessa che il prossimo disco di Madonna sia di una bellezza impressionante come lo fu Like A Prayer. È quello che voglio dire, se avessi avuto la possibilità di lavorare per lei 10 anni fa sarebbe stato fantastico. Ma gli ultimi due album hanno lasciato deluse molte persone, quindi spero solo che torni in grande stile.»