Ieri sera presso il Cinema Vittoria Enzo Decaro ha presentato il film scritto e diretto da Roberto Gasparro: La chiocciola.
É il primo lungometraggio ad affrontare il tema degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di stare in disparte, di isolarsi dalla società. Soltanto in Giappone, oltre un milione di ragazzi vive nella propria stanza senza mai uscire di casa ovviamente neppure per andare a scuola o al lavoro. E in Italia? Sono oltre 44mila i ragazzi affetti da questa patologia e il fenomeno sembra che si stia estendendo a macchia d’olio. Infatti ci sarebbero oltre 65.000 giovani a rischio.
Alla sua uscita nelle sale cinematografiche il 5 dicembre dello scorso anno, il regista ebbe a dire: «Leggendo di recente alcuni articoli mi ha incuriosito la definizione della nostra società come liquida, in cui, secondo il sociologo Bauman «i legami sociali tra gli individui sembrano divenire sempre più inconsistenti e fragili, facendoli vivere in una dimensione di continua incertezza dal punto di vista affettivo e lavorativo. La paura della società, sempre più narcisista, basata sull’ideale della vergogna, dove l’esposizione del corpo è richiesta, dove occorre saperci fare, sapersi presentare, dove è fondamentale non vergognarsi. Una società, quella attuale, liquida che non tollera la goffaggine o una certa sensazione di bruttezza , che va sempre più veloce e che non aspetta nessuno». É in questa contesto che vivono i nostri ragazzi e gli hikikomori sono i nostri figli che non hanno retto alle pressioni della società. A loro dedico il mio film».
La pellicola racconta la vita di Vittoria Bardini (Vittoria Chiolero), una ragazzina di quindici anni che trascorre il tempo rintanata tra le pareti della propria cameretta fotografando persone dalla finestra, giocando a videogame, leggendo fumetti, spaventata dai suoi coetanei per alcuni atti di bullismo.
I genitori si sono separati. Il padre Antonio Bardini (Massimilino Rossi) vive a New York e la madre Stefania Latella (Daniela Freguglia) è un’ imprenditrice di successo nel campo della moda. L’unico membro della famiglia con il quale Vittoria mantiene un contatto epistolare è suo nonno Francesco Latella (Enzo Decaro), botanico e ricercatore che vive in un piccolo paesino del Cilento: Cuccaro Vetere. La sua vita è stata molto avventurosa in quanto ha vissuto per parecchi anni con alcune tribù dei Nativi d’America apprendendo da loro le tecniche della conservazione dei semi e della permacultura ovvero un insieme di pratiche agricole ecosostenibili.
Francesco vuole mantenere vivi i rapporti con sua nipote e con sua figlia. Tutti i personaggi del film dovranno però fare i conti con il loro passato.
Prima della proiezione Enzo Decaro ha detto: «Vi porto i saluti del regista Roberto Gasparro che si trova a Bolzano per alcune proiezioni de La chiocciola nelle scuole. Il film infatti è stato richiesto da molti istituti scolastici. Da studi condotti sul territorio pare che in ogni scuola italiana i casi di hikikomori investano il 2% di studenti ossia almeno tre giovani per ogni scuola. Il primo Paese dove si è registrata questa sorta di epidemia è stato il Giappone con oltre un milione di casi e la pandemia ha avuto il merito di portare allo scoperto questa patologia che richiede, per essere guarita, il contributo dei medici, delle famiglie, dei docenti. La guarigione è lenta e complessa ma sicuramente si può venirne fuori innanzitutto uscendo allo scoperto e combattendo con più armi questo inferno, questo buio che dilania i giovani di oggi».
L’attrice Ilaria Antonello che nel film ha il ruolo di Ester, l’assistente di Stefania e che ha accompagnato Decaro, ha sottolineato che è riduttivo dare una definizione al fenomeno che è molto complesso e sfaccettato. É pertanto necessario trovare la causa scatenante di questo comportamento anomalo. E ha continuato: «Questi ragazzi sentono un vuoto che non può essere colmato da niente e da nessuno perché alla base c’è la mancanza del senso della vita. I ragazzi non vedono una luce e gli adulti ormai non svolgono più il loro ruolo di guide. I ragazzi percepiscono la loro vita soltanto in quello spazio angusto che è la loro cameretta. Sono convinta che gli adulti e soprattutto la scuola con i suoi insegnanti dovrebbero educare le nuove generazioni al senso della vita attraverso uno scambio di esperienze e di ascolto». Enzo Decaro ha concluso: «Per girare questo film mi sono documentato e l’avvicinarmi al mondo di questi ragazzi mi ha fatto comprendere la loro sofferenza. Loro arrivano a considerare soltanto l’essenziale e ne escono forse arricchiti. Ma siamo sicuri noi di essere dalla parte giusta?».
Il film ben scritto e recitato ha senza dubbio il merito di aver portato all’attenzione di tutti il triste fenomeno degli hakikomori. Sensibilizzare l’opinione pubblica e stare accanto alle famiglie che vivono questa situazione per capirne di più sono due obiettivi centrati. Un film non può trovare delle soluzioni ad un fenomeno così complesso ed esteso.
Tutto il cast,ben affiatato, ruota intorno alla figura di nonno Francesco, un credibile Enzo Decaro che si presenta al suo pubblico questa volta in veste di indiano saggio ed ecologista.
Brava Vittoria Chioliero che rende al meglio le ansie della giovane Vittoria già vista nel film Stessi battiti del 2022 diretta sempre da Roberto Gasparro.