Quattro chiacchiere con Marco D'Amore, Toni Servillo e Lina Camelia Lumbroso
Dopo L’Immortale, Nastro d’argento Opera prima nel 2020, Marco D’Amore ritorna alla regia con Caracas, nelle sale dal prossimo 29 febbraio.
Il film, prodotto da Picomedia, Mad Entertainment e Vision Distribution in collaborazione con Prime Video e Sky si avvale della partecipazione di Marco D’Amore, Toni Servillo e Lina Camelia Lumbroso. La fotografia è di Stefano Meloni, la scenografia di Fsbrizio D’Arpino , le musiche di Rodrigo D’Erasmo e i costumi di Laurianne Scimeni.
La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Napoli Ferrovia del noto scrittore partenopeo Ermanno Rea.
Giordano Fonte (Toni Servillo) è uno scrittore che ritorna dopo molti anni a Napoli. Con lui c’è Caracas (Marco D’Amore), un uomo che milita nell’estrema destra e che sta per convertirsi all’Islam per amore di Yasmina( Lina Camelia Lumbroso) e per dare un senso alla sua vita. L’incontro di Caracas con Giordano farà cambiare ad entrambi la percezione del reale nella costante ricerca di luce e speranza. Su di loro veglia come una Madre la città di Napoli , livida e violenta che forse non sa più essere accogliente e generosa. Nel film si fondono mirabilmente Amore, ideali di vita, amicizia, religione e vita. Un film davvero potente come la stessa scrittura di Ermanno Rea ,profetica nella struggente attualità.
Noi di Mydreams siamo stati alla conferenza stampa di presentazione del film presso The Space Cinema Napoli con la partecipazione del cast e dei produttori. Molte le domande rivolte agli attori.
Come è nata la voglia di raccontare questa storia?
Marco D’Amore: Sono rimasto letteralmente affascinato dal romanzo di Ermanno Rea anche se cinematograficamente parlano è stata difficile la sua trasposizione in un film. L’autore non segue un filo cronologico degli avvenimenti narrati ma segue sensazioni, percezioni, ricordi.Giordano Fonte ha davvero incontrato Caracas? Tutto resta avvolto in un mistero e questa vicenda si nutre della componente emotiva dei personaggi.Ho avuto la possibilità con questo film di raccontare una Napoli diversa dallo stereotipo al quale siamo abituati e la storia mi ha catturato da subito perché è quella tra due esseri umani profondamente diversi tra loro. Francesco Ghiaccio ed io abbiamo da subito pensato a Toni Servillo nel ruolo di Giordano Fonte. Come tutti saprete abbiamo fatto teatro insieme (N.d.r. Nel 2000, appena diciottenne Marco D’Amore fece lo spettacolo Le avventure di Pinocchio prodotto dalla Compagnia Teatri Uniti di Toni Servillo per la regia di Andrea Renzi. Inoltre nel 2010 hanno girato insieme Una vita tranquilla di Claudio Cupellini).
Toni Servillo: Confermo. Quando mi è arrivata la proposta del film e sapendo che sarebbe stato lui a dirigerlo, ho sentito da subito che questo progetto sarebbe andato oltre il film nel senso che si basava sulla nostra relazione radicata nel tempo e fatta di profonda amicizia.Mi sono sentito molto gratificato nel lavorare con un giovane che ha tentato una strada originale ed un linguaggio audace per portare a cinema la scrittura di Rea. Per quanto riguarda il mio personaggio posso dire che che ha sempre creduto di essere uno scrittore legato alla realtà, attraverso Caracas , si trasforma in uno scrittore di sogni. Proprio questa trasformazione è alla base per un’efficace trasposizione dalla pagina scritta allo schermo e Marco ci è riuscito.
Chi è Yasmine? Quali sono le sue caratteristiche?
Lina Camelia Lumbroso: Sono stata onorata di partecipare al film nel ruolo di Yasmine. Ho trovato una Napoli piena di contraddizioni ed anche violenta ma non più delle altre città. Ho letto più volte la sceneggiatura rendendomi conto che il progetto era molto ambizioso ma a poco a poco sono diventata Yasmine con l’aiuto di tutti, in particolare del regista. Sono venuta a Napoli da bambina e ho visto il vostro Paese attraverso i film, in particolare Viaggio in Italia di Rossellini. Ripeto, Napoli ha le sue eccellenze ma anche le su zone d’ombra. E la bellezza sta nelle cicatrici, nel dolore delle anime perdenti. Dobbiamo però pensare che i migranti scappano da una vita difficile e non sempre sanno integrarsi in una nuova realtà sociale e culturale.
Il fascismo che viene narrato nel film, è una risposta alla mancata integrazione?
Toni Servillo: Rispondo ricordando il dialogo del mio personaggio con l’imam e quando parla della democrazia che gli ha rotto il c….! Voglio dire che la Napoli di Ermanno Rea è sotto i nostri occhi, anche nelle utopie e nei desideri.
Marco D’Amore:” Sicuramente è difficile conciliare l’estrema destra con l’islam , sono entrambi dei macromondi che potrebbero esplodere da un momento all’altro a causa di un fanatismo di fondo. E’ sorprendente come il libro di Rea sia avanti, profetico. Prima di girare siamo stati diverso tempo con la comunità islamica di Napoli e le associazioni Dedalus (N.d.r. Progetto nato per facilitare l’inclusione scolastica e sociale dei minori stranieri e delle loro famiglie) e Noi Quartiere Vasto. Ci siamo accorti della mancanza delle istituzioni.
Come ha costruito il personaggio di Caracas?
Marco D’Amore: Ad essere sincero mi sono concentrato maggiormente sulla regia e mi sono sentito anorato nel recitare con Toni Servillo.
Cosa aggiunge il suo film all’immagine di Napoli?
Marco D’Amore: Volevo offrire agli spettatori un’immagine di Napoli non geografica ma un umore, un calcio in culo ai personaggi. Napoli è un organismo che vive e che ha una sua coscienza.
Il film è coraggioso e spiazzante. Quali difficoltà nell’affrontarlo?
Marco D’Amore: Mi sono messo dalla parte dello spettator e affidandomi totalmente al talento degli attori e a tutti coloro che ne sanno più di me.
Questa storia poteva essere raccontata in una città diversa da Napoli?
Marco D’Amoree: Lo stesso Rea dice che le storie vanno raccontate al mondo. E parafrasando Piovene dico che la città di Napoli è unica ed universale. Cose che possono capitare soltanto qua vengono comprese in tutto il mondo e diventano universali.
Quale è il vostro rapporto con la religione?
Marco D’Amore: Io sono ateo ma la curiosità del mio mestiere mi fa andare oltre. Sono stato toccato nel profondo da questo grande senso di spiritualità.
Toni Servillo: Ho trascorso molte ore con loro e so che pregano come tutti i poveri cristi: per avere un’occupazione, del cibo e un posto in cui dormire.