Maria Pia Ammirati (Direttrice Rai Fiction): «Con Mare Fuori siamo passati dal grande successo al fenomeno»
Manca poco alla messa in onda della quarta stagione di Mare Fuori, la serie fenomeno nata da un’idea originale di Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu, per la regia di Ivan Silvestrini. Mare Fuori (una coproduzione Rai Fiction – Picomedia prodotta da Roberto Sessa) andrà in onda in prima serata su RAI 2 dal 14 febbraio, mentre sarà possibile vedere i primi 6 episodi della serie dal 1° febbraio su RaiPlay.
Nella quarta stagione i protagonisti della serie si trovano metaforicamente a navigare in mare aperto. Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella sono soli, spinti dalla corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le loro più intime paure per affrontare la vita. Al loro fianco non c’è più l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli amici con cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto ci sono Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che nel bene e nel male vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere. Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede coraggio. Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare la voce per dirlo.
Maria Pia Ammirati (Direttrice Rai Fiction) «Con Mare Fuori siamo passati dal grande successo al fenomeno, che significa andare fuori da Napoli, ma anche fuori dall’Italia ed arrivare negli Stati Uniti. Parliamo di un linguaggio nuovo ed universale adottato dagli attori. Siamo un caso di studio perché gli interpreti non solo si sono inventati un nuovo modo di stare sulla scena, ma vivono con passione quel ruolo in modo nuovo e particolare attraverso la lingua napoletana, il corpo, i gesti, il tutto corroborato da una scrittura che riesce a tenere insieme tutto le backstory, i drammi, gli amori, gli odi. E anche stavolta sarà un grande successo».
Roberto Sessa (Produttore) «È il trentesimo anno di collaborazione con il Centro di Produzione Rai di Napoli, il primo anno nel 1994 con la soap Un posto al sole, iniziò una collaborazione mai finita. Napoli è una città di adozione importante e sono contento di raccontare la storia di Mare Fuori. Parafrasando Vasco “noi siamo ancora qua”. Inizialmente nessuno ci credeva, abbiamo incominciato nel 2017 per questa storia complessa. Volevamo portare sulla televisione generalista una storia con un racconto vero, che la televisione generalista non aveva ancora sperimentato. La costanza mia e di Michele ha fatto sì che il progetto prendesse luce, diventando un fenomeno. Abbiamo vissuto un anno strepitoso nessuno immaginava di raggiungere tutto questo. Quello che stiamo vivendo è travolgente e dobbiamo cercare di tenere i piedi per terra e continuare nella nostra fantastica cavalcata che può durare tantissimo tempo. Mare fuori è una piattaforma di racconto, un mondo di gente che va e gente che viene, perché questo è il carcere ed è questo ciò che vogliamo raccontare del carcere, che c’è sempre una luce in fondo al tunnel. Il carcere è un elemento di positività che offre la possibilità a questi ragazzi di trovare la loro strada».
Ivan Silvestrini (Regista) «Non vedo l’ora che la quarta stagione di Mare Fuori arrivi sui vostri schermi. Era uno sfida perché nella terza stagione avevamo perso alcuni dei pilastri della grande saga e mi chiedevo chissà se riusciremo a mantenere la stessa qualità. Penso che il lavoro di tutti, dalla scrittura all’interpretazione, ha reso questa quarta stagione ancora più speciale che guarda avanti, oltre le sbarre che circondano i personaggi, offrendo una prospettiva per questi ragazzi, offrendo una possibilità. Non tutti sapranno coglierla, per alcuni sarà più difficile di altri. L’IPM ha come scopo quello di ripreparare questi ragazzi al resto della loro vita oltre i loro errori. Questa stagione parla del dolore e dell’importanza della separazione, del separarci da un’altra persona, da una parte di noi, saperla lasciarla andare per crescere. E questi ragazzi sono cresciuti tutti. Dirigerli per me è stato un enorme piacere, ed io sono il primo ad emozionarsi nella sala di montaggio».
Matteo Paolillo (Edoardo Conte) «Stavo pensando che oggi intorno alla quarta stagione di Mare Fuori gira il termine maturità. Noi siamo cresciuti, sono cresciuti i personaggi. Ricordo un momento vissuto quest’estate quando ci siamo incrociati io e Massimiliano, ci siamo guardati e ci siamo detti “siamo diventati grandi”. Sono cresciute le responsabilità dei personaggi, i quali pur avendo voglia di rimanere adolescenti, sono chiamati a fare scelte importanti. Volevo ringraziare tutti voi perché questo progetto continua sempre ad emozionarmi ed è chiaro che sta emozionando un pubblico molto vasto».
Domenico Cuomo (Gianni Russo – Cardiotrap) «È sempre un’emozione. Più passa il tempo e più cresce il senso di responsabilità. Quando mi capita di parlare con persone che hanno perso i genitori, oppure che hanno commesso omicidi sento una goccia di rassegnazione.
Questo non dovrebbe esserci, perché siamo fatti di carne ed ossa e non c’è mai una fine, ma c’è sempre la possibilità di ricominciare, c’è sempre la possibilità di amare. Nella terza stagione ho cercato di raccontare con tantissimo rispetto una persona che perde l’amore non in maniera naturale, ma che è stata costretta per salvare la persona amata.
Da questa esperienza ho compreso che bisogna essere grati di tutto ciò che abbiamo, sia dal punto di vista sociale, lavorativo e familiare. Il messaggio che cerco sempre di dare come uomo, come giovane attore e come amico e collega di tante anime che mi hanno accompagnato da quando avevo 14 anni fino ad oggi è quello di volerci bene e trovare serenità nel prossimo, perché siamo tutti uguali».
Massimiliano Caiazzo (Carmine Di Salvo) «In questa quarta stagione il personaggio di Carmine si troverà ad affrontare un processo nuovo, cioè passare da uno stato emotivo adolescenziale ad uno stato emotivo adulto. Tutto questo è stato catartico per me ed importante dal punto di vista umano. Mi sono chiesto cosa significasse fare quel tipo di percorso di vita, per poi dopo scoprire che sta nelle proprie capacità che ti portano a fare determinate scelte. Spero che questo possa venir fuori attraverso il rapporto che il personaggio ha con gli altri come con il personaggio di Rosa Ricci o quello di Edoardo Conte. Ho avuto la fortuna di trovare un regista empatico, poiché ci sono stati dei momenti difficili da gestire, dal punto di vista della recitazione. Ivan ha saputo gestire dei momenti critici in maniera elegante, delicata, senza essere invadente ma lasciando il giusto spazio che come interprete serviva».
Lucrezia Guidone (Sofia Durante) «Mi hanno affidato lo scorso anno un personaggio impegnativo, quello di Sofia, con il suo essere odio. E penso che non bisogna giudicare un personaggio, ma lasciarsi andare ed in questa stagione potremmo capire tanto delle ragioni che hanno plasmato il carattere di Sofia. Vorrei ringraziare tutti i colleghi che in questo tipo di serie tv sono fondamentali, uno dei segreti è il cast, l’unione e l’affetto l’uno per l’altro che ci unisce, la cura che c’è sul set anche tra i più giovani. Questi ragazzi sono delle piccole e grandi stelle ed io sono molto legata a loro».