“Mater Camorra ‘o paraustiello da’ Squarciona” torna in scena al T.I.N suggestivo Teatro elisabettiano sito in Vico Purgatorio ad Arco Napoli con la regia di Gianni Sallustro.
Una produzione Talentum Production in collaborazione con l’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema di Ottaviano diretta da Gianni Sallustro.
“Mater Camorra è uno spettacolo ideato da me e da Nicla Tirozzi – ha dichiarato Gianni Sallustro- liberamente tratto dal capolavoro di Bertold Brecht “ Madre
Courage e i suoi figli” del 1939.
La riscrittura nata circa 20 anni fa da una idea del compianto Michele del Grosso, ha avuto molto successo di pubblico ed è stata candidata al Premio Ubu del 2014.
Il nostro lavoro è stato quello di attualizzarla ambientandola nella Napoli dei vicoli e della Provincia dove la camorra regna sovrana.
Lo spettacolo è dedicato alle mille vittime innocenti della camorra, in particolare alla guardia giurata Gaetano Montanino vittima innocente nell’esercizio del proprio lavoro, il cui sacrificio non deve in alcun modo essere dimenticato.
Credo che il Teatro- ha continuato Gianni Sallustro- debba svolgere una missione sociale ed educativa , che mira a motivare i giovani alla difesa del proprio territorio , a lottare per gli ideali in cui credono.
Il mio Teatro, privato della sua aura mistica e formalista, nasce dalla necessità di portare lo spettatore a pensare, a guardare oltre un omologato pensiero unico“.
“Mater Camorra ‘o paraustiello da’ Squarciona” parla di una madre, donna scaltra e coraggiosa, delle difficoltà che deve affrontare con il suo lavoro di vivandiera insieme ai suoi tre figli per cercare di
sopravvivere nonostante le avversità della guerra.
La madre , vittima e carnefice allo stesso tempo, immola i suoi tre figli sull’altare del dio denaro e in nome di questo abbandona ogni sentimento , moralità e dignità.
Lo spettacolo è un “j’accuse” rivolto a chi si fa promotore delle guerre che seminano inevitabilmente morte e distruzione, ma allo stesso tempo arricchiscono cinici speculatori che non
oso definire esseri umani.
I personaggi in scena sono corrotti dalla violenza e dalla rapacità ,inevitabili conseguenze della guerra che porta alla disumanità e alla
negazione di ogni valore etico.
Ai 25 attori in scena, quasi tutti provenienti dall’ Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema diretta da Gianni Sallustro, perfettamente riuscito il compito di
rappresentare la morsa tentacolare della malavita attraverso una intensa fisicità , toni volutamente alti, suoni gutturali, modi concitati, gesti disarticolati, ripetitivi,
violenti, mimica accentuata.
Come in una giungla urbana , particolarmente efficace l’idea del regista di attribuire a ogni personaggio in scena sembianze zoomorfiche,
caricandole di connotazioni simboliche.
Personaggi inquietanti che si trasformano ora in un branco insaziabile di cani, ora in scimmie irriverenti, ora in serpenti
striscianti, ora in lupi affamati, ora in dispettosi uccelli.
Merito di Gianni Sallustro è quello di dare vita a un Teatro sociale ed esperienzale finalizzato alla sperimentazione , che esula dalle categorie concettuali cui siamo
abituati in genere.
Il corpo è al centro del suo lavoro che ha il merito di destare forti sensazioni ed emozioni intense che risuonano in noi anche se non spiegabili
razionalmente, che ci aiutano a stabilire un dialogo con il nostro se più profondo:
Il corpo come scambio di empatia e impulsi fisici.
In “Mater Camorra ‘o paraustiello da’ Squarciona” l’ attrice Nicla Tirozzi (la madre) impersona in maniera efficace la sacralità della maternità che si scontra con la durezza del vivere quotidiano, l’attore-regista Gianni
Sallustro (il cappellano-serpente) ben rappresenta l’ambiguità di un certo tipo di Chiesa impoverita della sua spiritualità e sull’orlo del fallimento.
Intensa l’interpretazione di Tommaso Sepe(Aitano ò micione) che impersona una prostituta triste e infelice. Gianluca Cangiano(Rafele King Kong) la violenza e il coraggio del
primo figlio di Anna à squarciona(la madre), Carlo Paolo Sepe impersona l’arrendevolezza di Tonino ò Cacciuttiello, Francesca Fusaro la purezza di Caterina à
Palomma.
In scena Stefania Vella, Carlo Paolo Sepe, Davide Vallone, Antonio Pio del Vecchio, Enrico Annunziata, Noemi Iovino, Luigi Guerra, Salvatore Ciro Tufano,
Vincenza Granato, Nancy Pia De Simone, Paola Carillo, Rosa Vanese, Maria Crispo, Roberta Porricelli, Gabriela Perillo, Rosanna Romano, Chiara Esposito, Stella
Romano.
Merito dei giovani attori è quello di aver creato una profonda coralità che
ricorda la struttura scenica della Tragedia greca.
I costumi sono di Costantino Lombardo, scenografie Sacs, ottimizzazione Marcello Radano e styling Rosa Ferrara.
Il finale di Mater Camorra è l’ accorato grido carico di speranza ”Fermatevi- fermateci”, rivolto alle coscienze assopite affinchè possano diventare artefici di un
mondo migliore e fermare l’abominio della società sempre più sull’orlo del disfacimento.
Da vedere soprattutto nelle scuole.