«Cosa occorre a un cantante? Un gran torace, una gran bocca, il novanta per cento di memoria, il dieci per cento di intelligenza, molto duro lavoro e qualcosa nel cuore». Enrico Caruso
E finalmente il grande tenore Enrico Caruso ha un suo museo ubicato nel Palazzo Reale di Napoli e precisamente nella Sala Dorica finora utilizzata per esposizioni occasionali.
Tale felice iniziativa coincide con i 150 anni dalla nascita del tenore ed è stata salutata ieri dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal sindaco Gaetano Manfredi, dal direttore generale ai musei Massimo Osanna, dal direttore di Palazzo Reale Mario Epifani.
Una città a vocazione turistica deve anche puntare sul bel canto e la musica e sugli interpreti che hanno reso grande Napoli nel mondo ed Enrico Caruso lo è sicuramente stato. Ha cantato nei più grandi teatri americani e Giacomo Puccini gli dedicò La fanciulla del West. Fu uno dei primi ad incidere dischi e pertanto possiamo ancora oggi cogliere la sua grande potenza vocale e l’intensa espressività.
La musicologa Laura Valente è la curatrice del museo che accanto ai reperti e ai memorabilia appartenuti al grande tenore fornisce ai visitatori un percorso multimediale che consente di ascoltare in diverse lingue la biografia di Caruso e le numerose incisioni del maestro nonché la copia restaurata del film My cousin del 1918 di Edward José con Caruso attore.
Enrico Caruso è sepolto al Cimitero del Pianto, poco distante dalla tomba di Totò. Quando il Principe della risata avrà un suo museo?